Italia: Il caso del ministro Scajola. Una guerra per bande o c'è di più? |
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Venerdì 30 Aprile 2010 13:26 |
Organi di informazione riferiscono del presunto coinvolgimento nell'inchiesta sugli appalti G8 della Maddalena per il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. Secondo i pubblici ministeri di Perugia, il costruttore Diego Anemone avrebbe acquistato tra il 2004 e il 2006, con dei fondi neri, un appartamento che poi risulterebbe intestato alla figlia del ministro Scajola. Il
ministro "ha detto di avere assolutamente la coscienza a posto" e incassa la solidarietà dello stesso presidente Silvio Berlusconi, che difende Scajola invitandolo ad andare avanti a testa alta senza farsi condizionare da una inchiesta che, per molti esponenti del partito, sembra il frutto di un "disegno preordinato'' e che sarebbe stata cavalcata da una stampa non certo amica. "Siamo di fronte a qualcosa che non e' incardinato ne' all'interno di una indagine ne' di un processo, tutto questo clamore mediatico deve essere tutto riscontrato" sottolinea il sottosegretario alla presidenza del consiglio onorevole Paolo Bonaiuti. "Si sta parlando di qualcosa che non c'e' agli atti, non si tratta di una indagine, di un avviso di garanzia, si sta facendo un processo mediatico sulla base di elementi che non si possono riscontrare, i processi dobbiamo lasciarli fare nelle aule giudiziarie", ha aggiunto Bonaiuti. Ma da Generazione Italia, l'associazione interna al Pdl di area finiana, Gianmario Mariniello esprime solidarietà a Scajola, invitando però il governo, "per rilanciare la sua immagine, ad accelerare l'iter del Ddl anticorruzione", che aveva "ricevuto un plauso bipartisan, persino dai ''bastian contrari'' dell'Idv. "Ma - si chiede Generazione Italia - dove e' finito questo bellissimo e bipartisan ddl anticorruzione? Nessuno lo sa. Qualcuno lo tiri fuori dai cassetti e lo porti in Parlamento. E sia approvato in tempi rapidissimi, magari con il consenso dell'opposizione. Sarebbe un segnale fortissimo che governo e Pdl darebbero al Paese. Un segnale di legalita'. Perche' chi sbaglia deve pagare. Specialmente quando sbaglia a spese di tutti gli italiani". Ma il presidente dell'IDV Di Pietro non ha voluto sentire ragioni e la sua richiesta è stata netta: "Riteniamo che il ministro Scajola debba rassegnare immediatamente le dimissioni affinché da una parte possa difendersi nelle sedi competenti e dall'altra possa evitare di mettere in imbarazzo le istituzioni che rappresenta". Dopo le accuse di organi di informazione di destra, che hanno accusato prima la suocera di Fini e poi la moglie di Bocchino di aver percepito grosse somme dalla Rai, le accuse giornalistiche a Scajola sembra una contromossa. E' presto per dire qualcosa di più e bisognerà attendere gli sviluppi dell'azione della magistratura. Per ora assomiglia tanto a una "guerra" per bande, una faida interna che la dice lunga sullo stato di confusione della maggioranza, dopo lo scontro Fini-Berlusconi.
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