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Home Gazzetta dj Comunicati Italia: Dalle indagini sulla "cricca" spunta il nome dell'ex ministro Lunardi
Italia: Dalle indagini sulla "cricca" spunta il nome dell'ex ministro Lunardi PDF Stampa E-mail
Venerdì 07 Maggio 2010 16:33
Lex ministro Pietro Lunardi il cui nome spunta fra le indagini sulla CriccaCi sarebbero altre 15 case nel mirino delle indagini in corso, di cui la prima vittima è stato il ministro dimissionario allo sviluppo Scajola, poichè l'attività della "cricca" (come veniva denominato il sodalizio potentissimo di imprenditori, funzionari e politici che si spartivano gli appalti del G8 alla Maddalena) aveva dimensioni più ampie di quelle finora emerse. Il sodalizio presieduto da Anemone e Balducci si occupava anche di compravendite di immobili, mettendole poi a disposizione di politici, ma anche di funzionari dello Stato e prelati con prebende di vario tipo che potrebbe addirittura coinvolgere a breve altri nomi eccellenti. Dalle carte delle indagini dei magistrati di Perugia, emergerebbe anche il nome dell'ex ministro alle infrastrutture del governo Berlusconi Pietro Lunardi e forse di altri politici. Dietro le notizie che circolano sulla "cricca" ci sarebbe l'ex factotum di Balducci ed ex autista di Anemone, il tunisino Laid Ben Fathi Hidri, incaricato di gestire per conto dell'imprenditore un giro di "buste". Alcune consegnate, secondo le sue asserzioni, anche a dei ministri. Il tunisino ha sostenuto che Lunardi in pratica prendeva "il 10 per cento dell'importo di ogni progetto approvato da Balducci che poi lo affidava ad Anemone". In particolare desta l'attenzione dei carabinieri del Ros la compravendita di un appartamento a Roma, al quartiere Monti, di proprietà del figlio di Lunardi. Da chiarire anche alcuni aspetti dell'acquisto, da parte della famiglia Lunardi, di un palazzetto in via dei Prefetti, sempre a Roma, dall'ente Vaticano Propaganda Fide, del quale era consigliere Balducci. Lunardì però nega, poichè all'epoca non poteva firmare progetti, né come ministro né come libero professionista. Intanto anche il ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, nega ogni coinvolgimento in "vicende poco chiare" e commenta le dimissioni di Scajola: "ho trovato eccessivo il rispetto che ha avuto nei confronti di tutti noi...".
 

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