Italia: Di tutto, di più. D'Alema/Sallusti, Fini/Berlusconi, Testa/Tozzi, Scajola/Magistrati e 350 nomi negli appunti di Anemone |
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Giovedì 13 Maggio 2010 10:40 |
Non finisce di stupire di raccapriccio la cronaca politica quotidiana, con un sovrapporsi di notizie e di contrasti da lasciare interdetti. Incominciamo dalla prima in ordine di tempo. L'ordine dei giornalisti del Lazio ha aperto un procedimento disciplinare contro l'onorevole Massimo D'Alema, iscritto all'ordine in quanto giornalista, per il "vada a farsi fottere" e gli insulti offensivi pronunciati in televisione a "Ballarò" contro il vicedirettore del "Giornale" Alessandro Sallusti, reo di avergli posto
domande imbarazzanti su presunti privilegi per la sua casa romana affittata a "prezzo stracciato". D'Alema non è nuovo a intolleranze, fino alle denunce, contro giornali e giornalisti, alla faccia della libertà di informazione. Vedremo se l'ordine dei giornalisti del Lazio avrà il coraggio di dirgli che un uomo politico e, soprattutto, uno "statista" come lui vorrebbe essere, non può perdere le staffe a quel modo. Vedremo. La seconda è l'incredibile tiramolla del contrasto fra Fini e Berlusconi scoppiato durante il Consiglio nazionale del PDL e che non solo non è sanato, ma addirittura si acuisce con continui colpi di spillo da una parte all'altra. Berlusconi aveva dato incarico al coordinatore PDL Verdini di mediare con Fini una soluzione allo scontro in atto, ma Fini sbatte la porta in faccia e gela Berlusconi: "Senza risposte politiche, nessun incontro, tantomeno con intermediari. Il vertice? Non l'ho chiesto io". E la soluzione dello scontro torna in alto mare. Vedremo come andrà a finire, ma l'unica soluzione appare la separazione consensuale o il divorzio. Vedremo. La terza è il violento alterco fra Chicco Testa, ex ambientalista di Legambiente ora convertitosi al nucleare dopo essere stato nominato presidente Enel nel 1996 dal governo di sinistra, e il catastrofista ecologista Mario Tozzi, giornalista presentatore di "Gaja". Erano ospiti di Frizzi su RaiTre e si parlava di nucleare. Tutti e due di sinistra e tutti e due convinti di avere sempre e solo ragione, fino a pretenderla, la ragione, eventualmente ricorrendo alle maniere "forti". "Ti spacco la faccia", ha minacciato in diretta tv Testa a Tozzi. Bell'esempio di fraterna amicizia tra compagni. Vedremo se gliela spaccherà davvero. Vedremo. La quarta è l'annuncio del dimissinario ministro Scajola, che avrebbe dovuto presentarsi domani davanti ai giudici di Perugia per essere sentito come persona informata sui fatti a proposito della sua casa con vista sul Colosseo acquistata a tanto buon mercato grazie ai soldi del costruttore arrestato Anemone. Ma ha deciso: "Non deporrò a Perugia, non ci sono giuste garanzie". Cioè, è lui che stabilisce quali e quante garanzie vorrebbe avere, non i giudici e la legge, come dovrebbe essere. Singolare esempio di autocrazia giudiziaria, subito bollata dal giustizialista onorevole Di Pietro: "Se non va e non viene fatto accompagnare dai carabinieri, come succederebbe a qualsiasi testimone che rifiuta di deporre, vuol dire che è indagato, altro che testimone". Non sappiamo ancora come andranno le cose. Vedremo. Da ultimo la lista di 350 fra politici, generali della finanza, alti funzionari pubblici e portaborse di ministri che avrebbero ricevuto "attenzioni" dal costruttore Anemone, quello dello scandalo G8 che procurava case ai potenti a prezzi stracciati. Si dice che ci sarebbero nomi squillanti e che per questo tremerebbero ministri, governo, partiti e chissà quanti altri. Vedremo nei giorni prossimi chi c'è in quella lista. Vedremo. Ma in realtà non abbiamo bisogno di vedere altro. Ci basta già quel che abbiamo visto finora. Anzi, abbiamo visto fin troppo. |