Europa: Giacobinismo ateo e anticristiano di ritorno nella Francia socialista del presidente Hollande |
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Martedì 01 Ottobre 2013 12:16 |
Estremismo e intransigenza nell'azione politica, nel più becero giacobinismo alla Robespierre della Rivoluzione francese caratterizzato da tirannico radicalismo e dall’intransigenza nella promozione e nella difesa dei valori non solo laici e repubblicani, ma anche anticlericali e atei, torna a farsi sentire nuovamente nella Francia socialista del presidente Hollande, in vertiginoso calo di consensi. Per la storia, i giacobini imposero in Francia la loro dittatura del tirannico Robespierre durante la Rivoluzione francese dal
giugno 1793 al luglio 1794 e da allora il termine di giacobinismo ha assunto un significato più esteso, indicando comportamenti politici affini a quell'esperienza storica di intolleranza e fanatismo. A risvegliare i timori per il risorgente giacobinismo giungono le notizie provenienti dalla Francia, riassunte in un articolo comparso oggi sul quotidiano cattolico “Avvenire”, il quotidiano dei vescovi italiani, che testualmente afferma: “In Francia comincia «l'offensiva laicista» per sopprimere le festività cristiane. Da Parigi Daniele Zappalà. L'antropologa Dounia Bouzar ha inaugurato fra le polemiche il suo mandato di membro dell'Osservatorio della laicità di Parigi, organismo consultivo visto già da molti come il laboratorio della "politica neo-secolarista" dell'esecutivo socialista. La ricercatrice, di confessione musulmana e autrice di opere sul necessario incontro fra islam e laicità, ha suggerito in, un'intervista di riprendere l'ipotesi di riconoscere come giorni festivi una ricorrenza ebraica e una musulmana, lo Yom Kippur e l'Eid, ma con il corollario della soppressione di due festività cristiane. Le proposte del passato si limitavano invece alla scuola (Rapporto Stasi del 2003) o al diritto per i lavoratori di assentarsi in queste ricorrenze. Nelle ultime ore, l'antropologa ha fatto un passo indietro, assicurando che «era solo una riflessione e per nulla una proposta». Ma il presidente dello stesso Osservatorio della laicità, l'ex ministro socialista Jeari-Louis Bianco, aveva già colto l'assist per esprimere un certo possibilismo: «E’ qualcosa che può essere studiato, ma non è in cima alle nostre priorità». In parallelo, Pierre Berge, finanziere vicinissimo al governo, nonchè proprietario del giornale Le Monde e principale sponsor privato della legge sulle nozze gay, ne ha approfittato per sferrare il colpo, dichiarandosi «per la soppressione integrale di tutte le feste cristiane». Dato anche il punto di partenza laterale della polemica, il mondo cattolico ha reagito con sobrietà. Ma mentre il governo batte nuovi record storici d'impopolarità (23 per cento appena di consensi per il presidente socialista François Hollande), la tensione attorno alla laicità resta palpabile, anche dopo l'ultimo rinnovo molto controverso dei membri del Consiglio consultivo nazionale d'etica, dove non figureranno più rappresentanti religiosi”. C’è solo da sperare che simili prodromi di risorgente giacobinismo ispirato alla peggiore esperienza rivoluzionaria atea, più che laica, vengano prontamente respinti dalla parte più sana del paese dei “cugini d’oltralpe”. |