Europa: L'Italia deferita alla Corte di giustizia per inadempienza relativa al numero di emergenza 112 |
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Mercoledì 19 Maggio 2010 10:43 |
Inflessibile, la Commissione europea ha deciso di chiedere alla Corte europea di infliggere un'ammenda all'Italia per il mancato rispetto di una precedente sentenza della Corte (C-539/07) concernente le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate ai servizi di emergenza. Gli Stati membri sono tenuti a garantire che quando una persona chiama il numero unico di emergenza europeo (il 112) da un cellulare, le informazioni sulla sua ubicazione siano trasmesse ai servizi di emergenza. La decisione della Commissione di
deferire l'Italia alla Corte fa seguito a due avvertimenti precedenti della Commissione. Neelie Kroes, la Commissaria per l'agenda digitale, ha dichiarato "Mi dispiace che la Commissione abbia dovuto chiedere alla Corte di imporre sanzioni finanziarie all'Italia, ma non posso non intervenire quando vedo che le inadempienze di un governo mettono a repentaglio la vita dei cittadini. È indispensabile che i servizi di emergenza italiani possano localizzare le chiamate di emergenza - spesso è una questione di vita o di morte. Alla stregua di tutti gli altri Stati membri, l'Italia deve rispettare gli obblighi vigenti per l'attuazione del servizio di emergenza 112". Le informazioni sulla localizzazione delle chiamate sono indispensabili per garantire un intervento tempestivo in situazioni di emergenza, soprattutto per le chiamate effettuate con telefoni cellulari, quando la persona che chiama potrebbe non essere in grado di dire dove si trova, ad esempio se non si trova nel suo paese, ma in un altro Stato membro. Il 15 gennaio 2009 la Corte di giustizia dell'UE ha constatato che l'Italia non aveva messo a disposizione delle autorità chiamate a intervenire in caso di emergenza le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate al numero unico di emergenza "112", (C-539/07). Questa sentenza ha fatto seguito a un procedimento di infrazione avviato dalla Commissione nell'aprile 2006 (IP/06/464).
Francesco Fiorani |