Ancona: “giangi” è contro la discriminazione di genere nei neologismi |
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Lunedì 14 Ottobre 2013 15:13 |
Forse prendendo spunto da un sottotitolo del "Salone del Libro 2013" (in basso a destra nell'immagine), ci scrive il nostro lettore "giangi" di Ancona per esprimere, un po' celiando e un po' facendo sul serio, il suo disappunto sulla subdola pratica dei neologismi, cioè di quelle nuove parole recentemente inserite nella lingua parlata, che producono discriminazioni di genere in un'epoca in cui si parla tanto di femminicidio e di "stalking", dimenticando che alla base di questi gravi comportamenti sta anche il linguaggio. "In considerazione che i nostri stimatissimi parlamentari sono "seriamente
impegnati a normare la nostra vita sociale" mi aspetto che prima o poi, a seconda della mole di lavoro cui attendono quotidianamente, si cimentino anche in un "serio" e "proficuo" dibattito per legiferare sul deprecabile uso del termine "figata", che nell'accezione corrente indica "positività", e "c...zata" che ha una accezione di "negatività", poichè ciò è una palese violazione delle "pari opportunità"!!!. Tant'è anche che quest'ultima parola si evita pudicamente di scriverlo per intero. .....meglio sorridere!!! giangi". Ma certo, sorridiamo pure. Tanto c'è ben poco da fare, visto che loro, legiferando su tutto pur di sembrare che lavorino e così coprendo l'inerzia su ben più rilevanti argomenti urgenti, c'è da attendersi che qualche politico prenda lo spunto e faccia una proposta di legge ad hoc. Non c'è forse stata di recente una parlamentare che ha proposto di eliminare l'altezza minima per il reclutamento nelle forze armate poichè discriminerebbe le donne, dopo essersi molto attivata per la promozione della "soggettività femminile"? |