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Home Gazzetta dj Comunicati Italia: Levata di scudi contro la legge sulle intercettazioni. Si teme il bavaglio alla libertà di stampa
Italia: Levata di scudi contro la legge sulle intercettazioni. Si teme il bavaglio alla libertà di stampa PDF Stampa E-mail
Venerdì 21 Maggio 2010 08:28

Levata di scudi contro il bavaglio alla libertà di stampaMolte le levate di scudi sulla legge che limita le intercettazioni e pone limiti più stretti alla libertà di informazione. La maggioranza di destra cerca di fare quadrato sul provvedimento mentre la minoranza di sinistra urla al complotto di regime. La verità sta forse, come sempre, nel mezzo. Da una parte sono necessarie regole certe sull'uso delle intercettazioni telefoniche, ma non di deve arrivare a privare la giustizia di uno strumento essenziale di indagine, altrimenti si da spazio a chi teme gli effetti di una norma perversa che garantirebbe impunità ai delinquenti. Dall'altra sono altrettanto necessarie regole certe sulla divulgazione di notizie relative alle indagini giudiziarie per evitare che, come troppe volte è successo, si "sbatta il mostro in prima pagina" anche se mostro non è, ma non si deve arrivare a vietare una doverosa informazione, libera da bavagli, sui casi di interesse pubblico, altrimenti si da spazio a chi teme gli effetti di una norma liberticida che garantirebbe il silenzio sui delinquenti e sulle loro azioni riprovevoli.  "Se dovesse essere approvato, il DDL sulle intercettazioni avrebbe ripercussioni negative sia sulla libertà di informazione sia sulla vita pubblica in generale". Lo ha detto Andrea Melodia, presidente dell'Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI) che associa oltre 3000 giornalisti in tutta Italia. "Non solo per la maggiore difficoltà oggettiva a dare notizie sugli scandali e le malversazioni, o per l'ulteriore calo di autonomia dei direttori dagli editori - ha sottolineato Melodia - ma anche perchè si sprofonderebbe in un'altra stagione di confusione normativa, a seguito di ricorsi, controricorsi, richieste e pronunciamenti di illegittimità". Ma non è solo la stampa cattolica a temere le conseguenze della legge sulle intercettazioni: anche il direttore del "Giornale" di proprietà della famiglia Berlusconi, Vittorio Feltri, critica duramente il provvedimento sulle intercettazioni sulla parte dedicata alla divulgazione di quelle telefoniche: si tratta, sostiene, "di un attentato alla libertà di stampa e non potrà passare al vaglio della Corte Costituzionale, mi auguro". "Si parla di galera per i giornalisti ficcanaso, multe ingenti agli editori - prosegue Feltri - per fortuna non sono previste pene corporali. Ma gli effetti della disciplina saranno devastanti per la democrazia". Una legge, rincara la dose, che "creerà uno stato poliziesco peggiore di quello che vuole abbattere", provocando "un danno incalcolabile per i cittadini". "Supplichiamo Berlusconi: non ci somministri l'estrema unzione. Non ci trasformi da cani da guardia in barboncini scodinzolanti", conclude il direttore del Giornale.

 

 

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