Italia: Casini. Via il mio nome dal simbolo dell'Udc. Era ora |
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Domenica 23 Maggio 2010 07:53 |
Il presidente dell'Udc onorevole Pier Ferdinando Casini, parlando alla platea centrista riunita nell'ultimo giorno del seminario della Fondazione Liberal a Todi, ha detto: "Il Paese va a rotoli e richiede un'assunzione di responsabilità da parte di tutti". E propone a Berlusconi: "Vada in televisione a dire che c'è un'emergenza, che la casa brucia e che chi ha buona volontà non può fare come i capponi di Renzo". Il centrodestra, in Parlamento, si appresti a un "Patto per l'Italia tra maggioranza e opposizioni sulle misure anticrisi e sulle riforme necessarie". E assicura che da parte Udc, "siamo disponibili, se è una cosa seria, ad aiutare". Nel
frattempo, si lasci perdere la legge sulle intercettazioni, che "è una censura inaccettabile" e che "tutti vedono non come tutela della privacy ma del malaffare". Dopo aver detto che "il bipolarismo non funziona", invita a costruire un nuovo "partito della nazione, della Repubblica, del popolo italiano", fra tutti coloro che "hanno senso di responsabilità e vogliono ricostruire un'unità nazionale" lacerata dal giustizialismo tollerato dal Pd nei confronti del suo alleato Di Pietro e dalle spinte anti-politiche di una Lega che "non dà risposte politiche ai problemi che denuncia" ma che gode della rendita di posizione assicuratagli da Silvio Berlusconi. E chiarisce: "Sono contrario ai partiti personalistici, e sono contrario al mio nome del simbolo". Era ora. Ma cosa ce l'aveva fatto mettere a fare? La cosiddetta "seconda Repubblica" ci ha portato al personalismo della politica e ognuno dei capi e capetti si era fatto il partito a suo uso e consumo, dandogli addirittura il proprio nome: così è nata Forza Italia per Berlusconi Presidente, così è nata la Lega con il nome di Bossi, così è nata la Margherita per Rutelli, così l'Italia dei valori di Di Pietro e giù giù anche gli altri. E così aveva fatto anche l'Udc di Casini. In questo modo sono state sostituite le idee e le ideologie con gli uomini e questo processo di personalizzazione ha portato allo scontro tra i personaggi, anzichè alla contrapposizione delle idee, con tutto il corollario di degenerazioni cui assistiamo quotidianamente. Era ora. Via i nomi dai simboli dei partiti. Non vogliamo sapere che "facce" hanno i partiti, ma che "idee" professano: la politica è già difficile per suo conto, non complichiamola seguendo gli uomini. Gli uomini fanno "casini", le idee no. Torniamo a seguire le idee, che è meglio. |