Italia: Bersani contro la Gelmini. Il turpiloquio dilaga |
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Domenica 23 Maggio 2010 08:38 |
Aveva incominciato l'onorevole Sgarbi e via via si sono accodati in molti. Adesso è diventato di moda il turpiloquio più sfrenato. Non c'è programma televisivo senza parolacce, non c'è spettacolo senza insulti, non c'è contrapposizione senza urli, minacce e tutto il resto. Speravamo che almeno gli "onorevoli" mantenessero un comportamento "onorevole". E invece proprio per niente. Ricordate? Dopo Sgarbi dalle numerose "capre" e peggio, anche Fini aveva gratificato come "stronzi" chi non aveva le sue idee. E poi D'Alema, che aveva mandato "a farsi fottere" il giornalista "bugiardo e mascalzone". Ma tutti erano in tv, dove la parolaccia è di casa e domina aberrantemente incontrastata. Ieri, però, a fare il triviale è stato anche il segretario del PD, anche lui
"onorevole" Bersani. Ma non giocava in casa, cioè nella televisione ormai stabilmente triviale, bensì mentre presiedeva l'assemblea del PD. Mica una sede qualunque, ma addirittura nella sede istituzionale più alta di una grande forza politica. Sulla scuola, che dovrebbe essere il luogo principe dell'educazione delle giovani generazioni, Bersani ha attaccato duramente il ministro Mariastella Gelmini, e fin qui faceva il suo mestiere. Ma nel merito delle contestazioni al ddl di riforma che porta il nome del ministro, il segretario ha detto: "Io sono per fare uscire da questa assemblea una figura eroica, i veri eroi moderni, gli insegnanti che inseguono il disagio sociale in periferia, lottano contro la dispersione mentre la Gelmini gli rompe i coglioni". A parte la locuzione tutta dialettale del "gli rompe" al posto di "rompe loro", come avrebbe pronunciato chiunque ha un minimo di rispetto, se non per la buona educazione, almeno per la lingua italiana, sciocchi noi che pensavamo che i veri eroi fossero come quelli omerici con tanto di battaglieri attributi, mentre quelli a cui pensa Bersani sono coloro che gli attributi se li lasciano agevolmente rompere appena da una donna. Ma qui non è un problema di attributi, bensì proprio di educazione. Era necessario cadere così nel triviale? Certo che no, ma forse la risposta è un'altra: ed è che abbiamo una classe politica che non ha più il senso dell'autocontrollo e pensa di potersi permettere di tutto e di più. Ma così, non solo si dà una pessima dimostrazione di sè, che sarebbe poca cosa per quel che vale, ma addirittura si agevola il processo degenerativo in atto nella società. Ha un senso questa storia? E' questo il senso che si proponeva di dare al PD appena qualche mese fa, come era scritto nel suo manifesto elettorale? Facciamo un'ultima domanda: ma dove vuole portarci, se si incammina in questo modo? |