Senigallia: Chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione del Servo di Dio Enrico Medi |
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Giovedì 31 Ottobre 2013 17:28 |
Si è chiusa sabato 26 ottobre 2013 in Cattedrale a Senigallia la fase diocesana della Causa di Beatificazione del Servo di Dio Enrico Medi, padre di famiglia e autorevole scienziato. Il Tribunale Diocesano era presieduto dal Vescovo Giuseppe Orlandoni con il Giudice Delegato Padre Giovangiuseppe Califano ofm, Fra Macedonio Delgado, Promotore di Giustizia e Sr. Chiara Codazzi, notaio Postulatore della causa, don Giuseppe Bartera Sebastianelli. Al rito, svoltosi nel coro della Cattedrale, erano presenti le figlie e numerosi familiari di Enrico Medi, insieme a sacerdoti e religiosi della diocesi. Tra gli intervenuti l’assessore Renato Spadoni in rappresentanza del Sindaco di Belvedere Ostrense (cittadina dove Medi è sepolto) e l’Assessore Maurizio Memè in rappresentanza dell’Amministrazione di Senigallia. Al termine della preghiera dell’Ora Media, il Vescovo Orlandoni nel prendere la parola ha voluto innanzitutto ringraziare, “ringraziare il Signore per aver donato alla Chiesa una personalità eccelsa e significativa come quella di Enrico Medi, modello alto di laico cristiano e figura rappresentativa del cattolicesimo italiano del Novecento”. Ma un vivo ringraziamento anche a
coloro che hanno introdotto la causa, “al mio predecessore S.E. Odo Fusi Pecci che, nel 1995 - lui che avevo anche conosciuto personalmente il Servo di Dio – con il caloroso assenso dell’Episcopato tutto marchigiano avviò la causa di beatificazione, e poi a coloro che – nel corso degli anni – si sono alternati nelle funzioni del Tribunale diocesano”. Nel suo intervento il Vescovo di Senigallia ha poi voluto sottolineare come Enrico Medi sia stato testimone della fede, “dando concretezza a quanto diceva Papa Paolo VI nella Evangeliinuntiandi: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”. Enrico Medi è stato sia testimone che maestro, “ed ha coniugato – ha proseguito Orlandoni – fede e vita, quale padre e sposo amorevole, premuroso nella famiglia, marito fedele; quale scienziato il quale ha evidenziato la non opposizione tra fede e ragione, anzi vedendole – come ricordava Giovanni Paolo II – come due ali attraverso le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità; quale uomo politico, non spinto dalla carriera, ma desideroso di agire per il bene comune, senza compromessi; un Enrico Medi modello di santità laicale, vissuta non nella fuga dal mondo ma nell’impegno delle realtà terrene”. Fase Diocesana del percorso verso la Beatificazione che significativamente chiude in un momento importante per la Chiesa. “Siamo nell’Anno delle fede: ed Enrico Medi ha incarnato nella sua esperienza la stessa; nella Giornata della Famiglia, con Enrico Medi che nella famiglia ebbe fede e credette appieno quale sposo e padre”. Ora la causa sarà portata a Roma, alla Congregazione delle Cause dei Santi, “preghiamo – ha concluso il Vescovo – per il buon esito, per ottenere grazie per intercessione del Servo di Dio, per la beatificazione, per gloria di Dio ed bene della Chiesa”. Dopo l’intervento del Vescovo è avvenuta la solenne lettura dell’atto conclusivo della causa, procedendo poi ad apporre i sigilli di ceralacca sui plichi con gli atti, oltre 4000 pagine attentamente raccolte, ordinate e valutare dal Tribunale e dagli esperti, con l’ascolto di testimoni e con la ricerca negli archivi di tutta Italia. Una copia degli atti è stata depositata negli archivi della Curia Vescovile di Senigallia, mentre due copie andranno alla Congregazione a Roma, per essere lì oggetto di studio nella nuova fase della causa.
L.M. |