Dalle Muracce, il nome di Ostra Antica fino a Bagdad |
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Sabato 11 Luglio 2009 18:08 |
Come i lettori sanno, il nome dell'antica città romana di Ostra Antica alle Muracce, della quale si stanno in questi giorni eseguendo nuovi scavi archeologici, è stato riesumato anche dalla gerarchia della Chiesa Cattolica che, su proposta dell'arciprete parroco della basilica di Santa Croce di Ostra monsignor Umberto Gasparini, accolta anche dal precedente abate di Ostra Vetere monsignor Giancarlo Cicetti, ha istituito la titolarità dell'antica diocesi ostrense, documentata nell'anno 503 d.C dalla partecipazione del vescovo di Ostra Antica, Martiniano, al sinodo romano di papa Simmaco, per assegnarla al nunzio apostolico in Iraq e Giordania, l'indiano monsignor Francis Assisi Chullikatt. Nelle scorse settimane abbiamo pubblicato i commenti del nunzio apostolico sulla grave situazione esistente a Bagdad, dove risiede. Ora cerchiamo di camprendere meglio la gravità della situazione, dopo il passaggio di consegne dei poteri di sicurezza interna dalle
forze militari americane alle forze militari iraqene, attraverso le parole di due altri vescovi iraqeni: l'arcivescovo caldeo di Kirkuk Louis Sako e il vescovo ausiliare di Bagdad Sleimon Warduni. "La situazione del Paese sembra migliorare" affermano i due vescovi. Gli attentati sono ormai episodi isolati, anche se permangono episodi di violenza da parte di elementi che non vogliono la stabilità del Paese. Si vive in "un clima di aspettativa", con la paura che la situazione possa peggiorare, anche se la ritirata delle truppe statunitensi non ha portato al caos tanto temuto, ma una serie di attentati ha colpito l'Iraq nell'attacco più sanguinoso dal ritiro delle truppe statunitensi il 30 giugno scorso. Il primo bilancio parla di almeno 40 morti e 80 feriti. "La situazione in generale è migliorata - afferma monsignor Warduni - perché gli attentati sono diminuiti, anche se permangono episodi isolati di violenza". Monsignor Warduni parla di "situazione complicata" in cui si può perseguire l'obiettivo comune della sicurezza "con la buona volontà di tutti", ma riconosce che esistono "divisioni etniche, religiose, confessionali e politiche che non aiutano e sono la causa dei problemi". Secondo il Vescovo ausiliare di Baghdad, gli attentati sono "fatti isolati", ma non mancano "contatti con realtà più grandi" che li organizzano e li promuovono. A testimoniare il clima di speranza ci sarà la celebrazione delle Prime Comunioni nella parrocchia di Santa Maria del Sacro Cuore a Baghdad. Dal canto suo, monsignor Louis Sako conferma un "clima generale di tranquillità", ma è presto per capire "se e quali cambiamenti vi siano stati con il ritiro delle truppe americane". Quanto agli attentati di questo giovedì, il presule parla di "casi di violenza strumentalizzati a livello politico", con particolare riferimento a Mosul, zona mista in cui sono presenti turkmeni, curdi, arabi e cristiani. L'arcivescovo di Kirkuk sottolinea anche lo sforzo del governo iraqeno per "dimostrare competenza" nel passaggio di consegne dall'esercito americano, pur non lesinando le critiche per la mancanza di maturità politica della classe dirigente. A Kirkuk si terranno le elezioni provinciali, ma i candidati "fanno propaganda" e non presentano "programmi chiari, una linea e un'agenda politica, piani futuri per la gente", denuncia. "Le elezioni rappresentano un'esperienza nuova per la gente, ma fra i politici domina l'ideologia legata al partito", ha concluso. Il quadro che ne esce è quindi ancora di grande preoccupazione per le condizioni di insicurezza nella quale vive la gente del paese mediorientale e dove vive anche il nunzio apostolico titolare di Ostra Antica.
Chiara Fiorani |