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Home Gazzetta dj Comunicati Italia: Il ministro Ronchi sulla politica europea
Italia: Il ministro Ronchi sulla politica europea PDF Stampa E-mail
Venerdì 28 Maggio 2010 10:21
Il ministro delle politiche europee Andrea RonchiIl ministro delle politiche europee Andrea Ronchi, in un'audizione sul Trattato di Lisbona, il 19 maggio scorso, presso le commissioni esteri e politiche Ue del Senato, ha fatto il punto sull'attuazione del Trattato di Lisbona che "segna l'avvio della configurazione di una nuova Europa, in grado di tutelare più efficacemente gli interessi dei cittadini europei in un'Unione a 27 e di far fronte alle sfide poste dalla globalizzazione". Tema non nuovo ma ribadito a rinforzo delle competenze proprie del ministro degli esteri Frattini. Su un punto in particolare Ronchi si è soffermato: la nascita del servizio per l'azione esterna dell'Ue, struttura che fa capo all'alto rappresentante per
la politica estera. Questo tema non può ignorare il "momento così delicato per l'Unione oggetto di un pesante attacco da parte della speculazione da parte dell'euro". Qui assumono particolare rilievo "alcune delle disposizioni del nuovo Trattato in materia di politica economica e monetaria, che "consentiranno di intervenire con più efficacia nell'attuale situazione", per via di "un'architettura istituzionale più lineare, più efficiente" e "al contempo più attenta alle esigenze degli stati membri". L'altro punto messo in evidenza dal ministro Ronchi è il diritto di iniziativa popolare europea, "che di fatto rappresenta una nuova di partecipazione dei cittadini alla politica europea, attraverso la possibilità di proporre alla Commissione europea una proposta di atto normativo in una determinata materia o funzione". Il Crocefisso è poi un altro tema individuato da Ronchi come particolarmente sensibile, anche in relazione al Trattato, per l'allarme suscitato in Italia e negli altri Paesi europei dalla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. L' Unione, ha detto ancora in ministro, è "sempre più attenta ai diritti e alle libertà fondamentali dei suoi cittadini" ed è "assicurata dal valore vincolante attribuito alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea firmata a Nizza nel 2000". Infine, l'argomento di maggiore respiro politico che riguarda "il coinvolgimento diretto dei parlamenti nazionali in alcuni aspetti del funzionamento dell'Unione" e, ancora, sulla necessità di velocizzare gli estenuanti processi che portano al recepimento delle direttive europee, affinché "le deleghe non debbano più essere "prigioniere di un processo infinito".
 

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