Ci scrive l’onorevole Piergiorgio Carrescia: "Un anno fa, il 15 marzo 2013, iniziava la mia avventura nel Parlamento Italiano: un grande onore poter rappresentare gli elettori che, votando il Partito Democratico, mi hanno consentito di portare la loro voce e le loro
speranze nella Camera dei Deputati. E' un impegno di grande responsabilità. Mi sono avvicinato al nuovo ruolo di parlamentare con l'umiltà di chi sa di entrare in un'Assemblea dove ogni voto, sia dato che negato, segna la vita quotidiana di milioni di persone e nella consapevolezza di portare in quell'Aula la forza dei valori della nostra terra. Ringrazio i tanti, tanti elettori che mi hanno scritto e telefonato, che hanno partecipato alle decine e decine di incontri perché, in ogni occasione, mi sono state offerte idee e riflessioni, critiche e proposte che mi hanno aiutato a svolgere meglio il mio incarico. In un anno sono accadute tante cose, fatti che passeranno alla storia. La rielezione del Presidente Giorgio Napolitano e il voto di fiducia al Governo di Matteo Renzi hanno segnato politicamente questi 365 giorni in Parlamento. Un'esperienza difficile dal punto di vista politico: costretti per mesi al Governo di larghe intese e, da sempre, a convivere con chi ha portato in Parlamento la protesta senza proposta, l'insulto a ruota libera e che vive in attesa che i due sceneggiatori, il comico in aspettativa e il fantomatico guru, scrivano il copione quotidiano. Un'esperienza esaltante dal punto di vista umano perché mi ha aiutato a capire che c'è sempre un orizzonte vasto da esplorare, dove ci sono uomini e donne che aspettano una risposta ad un loro problema. Ho cercato di portare in Parlamento le conoscenze maturate nel lavoro ma sono consapevole che non basta: ci sono sempre argomenti nuovi da studiare, da approfondire, situazioni che mutano, esigenze che richiedono risposte adeguate ai tempi. L'ottimo rapporto con le realtà associative di Categoria e con quelle del mondo del volontariato, le relazioni che si sono rafforzate con tantissimi sindaci e amministratori locali sono stati, per me, di grande aiuto e per questo voglio continuare su questa strada. Ho sottoscritto undici Proposte di legge come primo firmatario. Alcune di queste sono particolarmente significative e mi impegnerò affinché possano arrivare al traguardo: la riforma del Testo Unico dell’Ambiente, l’introduzione del reato di omicidio stradale, la riorganizzazione della normativa sui Giudici di Pace, l’abolizione o la massima semplificazione del SISTRI. Le circa trenta Interrogazioni, Mozioni e Risoluzioni che ho presentato come primo firmatario hanno talora stimolato il Governo a porre attenzione a tanti problemi di carattere generale o locale; alcune sono ancora in attesa di risposta e di soluzione. Ricordo quella sull’indecente gestione del collegamento ferroviario Roma-Ancona o sulle criticità irrisolte dei lavori sulle grandi infrastrutture delle Marche. Non mi arrendo e continuerò a insistere con caparbietà: non mi interessa tanto la risposta quanto la soluzione del problema! Ho cercato di interpretare con coerenza le aspettative del territorio e della nostra Regione tutta che dovremmo apprezzare molto di più, perché la percezione che se ne ha, anche in Parlamento, è molto più positiva di quello che si pensa. Serve però una filiera istituzionale più forte, meno occasionale, che parta dai Comuni e coinvolga Province e Regione; una filiera in cui, con rammarico, ho dovuto constatare latitanza e fragilità nei rapporti con i parlamentari proprio da parte della Regione. Forse anche sotto questo profilo è ora scossa di cambiare verso! Chiudo con due considerazioni: una personale e una politica. In questi mesi ho cercato di non cambiare le mie abitudini e il mio modo di pensare; ho cercato di mantenere una dimensione "umana", di non vivere solo quella "politica", di continuare la mattutina passeggiata domenicale con gli amici di sempre o la partita nel pomeriggio, di vivere la famiglia con più intensità: insomma, ho cercato di continuare ad essere quello di prima e quello che sarà “dopo” questa parentesi. Non mi sento cambiato e di questo sono contento. In questi mesi è invece cambiato lo scenario politico: sono ben felice di vedere oggi al vertice del Governo e del Partito Matteo Renzi, il cui progetto mi aveva affascinato quando era difficile esserne un sostenitore. Erano i tempi in cui molti tra i sostenitori di oggi non solo lo dileggiavano ma, forti dei ruoli di governo nel partito, ponevano a tutti i livelli pesanti ed infantili ostacoli ai cittadini che volevano partecipare alle Primarie o ai candidati “non allineati” pur di conservare il “controllo della ditta”! Se preoccupazione c’è, e il recente Congresso regionale ne è la prova, è perciò per la resistenza di chi l’unica cosa che sa cambiare è la casacca ma che in realtà non vuole cambiar nulla affinché tutto resti com’era, cioè in mano di quel funzionariato di partito che cerca sempre e solo di perpetuare gli schemi della vecchia politica e i suoi riti consunti. Ora che Matteo Renzi sta declinando la “svolta buona”, quel cambiamento in cui ho sempre creduto e per realizzare il quale continuerò ad impegnarmi in Parlamento, ho più fiducia di un anno fa: sono certo che ce la farà, che ce la faremo, che il “sistema Italia” ha un futuro! Non sta a me dire se in questo anno ho fatto bene il parlamentare; tutto si può fare meglio, tutto si poteva fare diversamente. La strada da percorrere è ancora molta ma, insieme, possiamo “cambiare verso”. La “svolta buona” è cominciata! Roma, 15 marzo 2014 Piergiorgio Carrescia".
da on. Piergiorgio Carrescia |