Ostra Vetere: Immigrazione, "ius soli" e matrimoni gay secondo l’onorevole Bartolozzi |
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Mercoledì 29 Ottobre 2014 16:27 |
Ci scrive l’onorevole europeo PDL Paolo Bartolozzi: "Immigrazione, "ius soli" e matrimoni gay. Il premier Matteo Renzi vuole introdurre lo “ius soli” per i bambini stranieri nati in Italia che completino un ciclo di studi scolastici di almeno cinque anni. La demagogia di chi sostiene questa linea dimostra la non conoscenza della materia e della legge sulla cittadinanza del 1992, tuttora in vigore, e ritiene, sbagliando, che “ius soli”
significhi diventare cittadini dove si nasce. Nella stragrande maggioranza dei paesi europei, invece, si tratta di un diritto che si acquisisce dalla residenza, cioè dal fatto di vivere e risiedere in uno stato per un certo periodo di anni. In Europa per diventare cittadini occorre tutta una serie di requisiti, fra cui quello di risiedere nel paese per diversi anni: in Francia cinque, in Germania otto, in Italia dieci e via discorrendo. In ogni caso in nessuno stato europeo la cittadinanza viene concessa ai bambini indipendentemente dalla condizione dei genitori e dalla durata della loro permanenza regolare sul territorio nazionale. Si aggiunga che, se tutti i requisiti sono rispettati, la cittadinanza è concessa al diciottesimo anno di età. Che senso avrebbe avere bambini italiani per diritto di nascita e genitori che restano stranieri? Perché allora non seguire la strada maestra già prevista dalla legge, magari abbassando ad otto anni il periodo di residenza necessario per la cittadinanza? Fermi restando, ovviamente, gli altri requisiti previsti dalla vigente normativa: conoscenza della lingua italiana, della Costituzione ecc. E' ancora più grave che alcuni leader dei partiti di centrodestra sposino in modo superficiale questa linea renziana. Così com'è assurdo che la sinistra si scandalizzi per la posizione tenuta dal leader della Lega, Salvini, quando sostiene che “i profughi vanno accolti, i clandestini vanno espulsi”. Ma questa linea è in perfetta sintonia con la nostra Costituzione (art. 10) e con le leggi vigenti. Dunque il PD e la sinistra dovrebbero apprezzare, invece di polemizzare. Il vero problema dell’integrazione passa fra chi crede nei valori dell’occidente (democrazia, libertà, diritti civili, difesa della tradizione cristiana e illuminista) e chi invece relativizza con una pseudo-cultura questi valori. Noi vogliamo difenderli e rafforzare la nostra identità. Desta anche molto stupore l’atteggiamento della Presidente della Camera, On. Boldrini, che su questi temi evoca continuamente il rispetto delle leggi e dei principi; e invece quando si tratta di matrimoni gay interviene per plaudere all’iniziativa dell’incapace amministratore sindaco di Roma, Marino (bocciato dall’80% dei cittadini della capitale), che in palese violazione delle leggi della Repubblica Italiana vuole registrare i matrimoni gay. Ma l’On. Boldrini dovrebbe sapere che la legge va sempre rispettata e lei, che è la terza carica dello Stato, sapendolo deve invitare sempre e comunque a rispettarla. Perché altrimenti saremmo la “Repubblica delle Banane”, dove ognuno può rispettare le leggi che gli piacciono e non rispettare quelle che non condivide. Aggiungo che questo dibattito politico è veramente sterile e mi dispiace che qualche leader del centrodestra cada nella trappola, poiché tutte le persone di normale intelligenza vogliono che i cittadini abbiano gli stessi diritti indipendentemente da quello che fanno in camera da letto, camera nella quale lo Stato non deve entrare. Però non si può equiparare una convivenza fra due soggetti dello stesso sesso con il matrimonio, che è sancito dalla nostra Costituzione (art. 29) e che è molto di più del diritto ad amare e al sentimento: il matrimonio è un impegno della famiglia uomo-donna con lo Stato e la comunità nazionale e riguarda non solo la coppia ma anche i figli che ne discendono. On. Paolo Bartolozzi".
da on. Paolo Bartolozzi |