Europa: Le imprese UE devono investire di più in ricerca e sviluppo per restare competitive sui mercati mondiali |
|
|
|
Giovedì 11 Dicembre 2014 10:13 |
Una indagine sulle tendenze negli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese UE, basata su un campione allargato dei 1000 principali investitori dell’UE, rivela che gli investimenti nella ricerca e sviluppo sono aumentati del 2,6% nel 2013, un livello inferiore a quello dell'anno precedente (6,8%) e alla media mondiale del 2013 (4,9%). Il livello di investimenti è inferiore anche a quello delle imprese aventi sede negli Stati Uniti (5%) e in Giappone (5,5%). Gli
investimenti sono aumentati del 2,6% nel 2013, nonostante il contesto economico sfavorevole. Tuttavia, questo aumento ha subito un rallentamento rispetto al 6,8% dell’anno precedente. Il Commissario per la ricerca, la scienza e l’innovazione, Carlos Moedas, ha dichiarato: "Nonostante il contesto economico difficile, le imprese europee continuano a investire in R&S. È un dato positivo, ma occorre fare di più per stare al passo con la concorrenza. In un periodo in cui le risorse pubbliche sono limitate, è ancora più importante attrarre gli investimenti privati in R&S. Il programma quadro Orizzonte 2020 coinvolge un numero di imprese più elevato che mai, ma adesso siamo pronti a fare un salto di qualità. Il piano di investimenti da 315 miliardi di EUR presentato dalla Commissione e dalla Banca europea per gli investimenti contribuirà a fare aumentare gli investimenti privati per i progetti più rischiosi, a beneficio della ricerca e sviluppo in tutta Europa." Tuttavia sono buone le notizie per le imprese italiane: gli investimenti in R&S sono aumentati oltre la media mondiale: Italia (6,4%). La crescita degli investimenti in R&S della Fiat (2,0 %), che rappresentano oltre il 38 % degli investimenti in R&S di tutte le imprese aventi sede in Italia, contribuisce in misura significativa alla crescita degli investimenti in R&S dell’Italia. La ricerca raccoglie i principali indicatori economici e di R&S delle imprese, sulla base degli ultimi conti pubblicati.
Francesco Fiorani |