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Home Gazzetta dj Comunicati Europa: È vero che la politica estera dell'UE non esiste?
Europa: È vero che la politica estera dell'UE non esiste? PDF Stampa E-mail
Mercoledì 18 Febbraio 2015 15:16

Europa  È vero che la politica estera dell'UE non esiste?L'esplosione di tensioni internazionali, dalla crisi Ucraina-Russia, a quella che investe il mondo arabo a causa del terrorismo internazionale in Siria e Iraq con l'Isis, ha fatto sollevare a molti osservatori dubbi sull'effettiva operatività ed efficacia dell'Alto Raprresentante UE, ruolo di recente ricoperto dall'italiana Federica Mogherini, e anche qualche polemica per l'assenza dalla scena internazionale. La realtà è però anche nella effettiva operatività che gli ordinamenti lasciano alla Alta Rappresentante, che può essere meglio compresa all'interno della evoluzione storica in termini di competenze istituzionali. E qui torna l'eterno dilemma tra una politica estera di competenza meramente intergovernativa e la possibilità che questa divenisse competenza dell’Unione. La politica estera comune europea nasce nel 1969 con il vertice dell'Aia, che vide riuniti i  capi di stato e di governo degli allora 6 Paesi membri della Comunità economica europea (CEE), con il nome di Cooperazione politica europea. Una delle caratteristiche della CPE era quella di essere affidata ad un metodo di cooperazione informale basato su protocolli di intesa o dichiarazioni d'intenti. L'intento principale con la creazione della CPE era garantire che la politica estera rimanesse una competenza di tipo intergovernativo. Con il Trattato di Maastricht (firmato nel 1992) e quello di Amsterdam (1997) si cercò di rafforzare l'idea di politica estera dell'UE, pur  senza modifiche radicali nelle competenze della Commissione europea e del Parlamento europeo. La novità più significativa, sancita dal Trattato di Amsterdam, fu la istituzione dell'Alto Rappresentante dell'UE per la politica estera, con essa la possibilità di agire in operazioni di mantenimento della pace. Con il Trattato  di Lisbona (firmato il 13 dicembre 2007) la situazione non è cambiato rispetto ai precedenti trattati e la politica estera rimane di competenza intergovernativa. Il Consiglio europeo rimane depositario del potere di definizione e orientamento della politica estera UE ed è responsabile di tali strategie. Gli Stati membri e l'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza possiedono un diritto di iniziativa. L'Alto Rappresentante esercita tale diritto con il sostegno della Commissione ed è tenuto ad informare e consultare regolarmente il Parlamento europeo sull'attuazione della PESC. Oggi il Consiglio europeo e il Consiglio dell'UE adottano, in materia di politica estera, unicamente decisioni relative agli interessi e gli obiettivi strategici dell'Unione. Discorso differente vale per la Politica di sicurezza e difesa dell'UE (PSCD), denominazione che con Lisbona sostituisce il Trattato di Maastricht e che è il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale con l'utilizzo di mezzi civili e militari forniti dagli Stati membri. Il Consiglio definisce gli obiettivi e le procedure generali per l'attuazione di tali missioni. Il Trattato di Amsterdam aveva istituito la figura dell'Alto Rappresentante, distinguendolo dal Commissario per la politica estera UE. Il Trattato di Lisbona riunisce queste due funzioni nella figura dell'Alto Rappresentante, carica attualmente ricoperta dall'italiana Federica Mogherini. L'Alto Rappresentante contribuisce alla definizione della politica estera, la sottopone al Consiglio dell'UE e al Consiglio europeo e ne assicura l'attuazione su mandato del Consiglio dell'UE. Inoltre coordina gli strumenti di attuazione della politica estera UE, crea consenso tra i 28 Paesi membri all'interno del Consiglio Affari esteri da esso stesso presieduto, rappresenta l'UE nelle sedi internazionali, quali le Nazioni Unite; infine guida l'Agenzia europea per la difesa e l'Istituto dell'UE per gli studi sulla sicurezza. Tuttavia la politica estera è ancora una competenza intergovernativa, per cui tutte le azioni svolte dall'UE all'esterno delle sue frontiere sono volte al mantenimento della pace e della sicurezza, ma non a un reale intervento per conto di tutti gli Stati membri. Per quanto riguarda il bilancio della politica estera dell'UE, questa riguarda tutte le azioni statutarie della PESC ma non finanzia le spese sostenute in ambito militare, che sono viceversa sostenute da parte degli Stati membri. Dalla sua nascita ad oggi la politica estera dell'UE appare rafforzata dalla creazione della figura dell'Alto Rappresentante, anche sulla base della percezione che gli Stati terzi hanno dell'Unione europea, considerata sempre più come attore unico globale. Rimane tuttavia il dilemma tra competenza di tipo intergovernativo o competenza dell'Unione. Su questo particolare aspetto si sta lavorando, al fine di rendere l'UE sempre più operativa nei confronti del mondo esterno.

 

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