Libia: Armi chimiche di Gheddafi trafugate da milizie antigovernative nelle mani dell'Isis? |
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Sabato 21 Febbraio 2015 12:26 |
Anonime "fonti militari libiche", secondo le quali milizie filo-islamiche hanno trafugato "armi chimiche" da arsenali di province centrali e meridionali della Libia, vengono accreditate dalla stampa internazionale, provocando una vasta eco. L'allarme non sembra riguardare armamenti pronti all'uso: si tratterebbe 'solo' di un'imprecisata quantità di "precursori", ovvero
di sostanze che possono essere trasformate in vere "armi chimiche" (in settembre fu annunciato che ne sono rimasti in Libia 850 tonnellate). Il rischio è che queste potenziali armi possano "cadere nelle mani dello Stato islamico". Le sostanze si trovano "in luoghi noti alle milizie, che ne hanno preso grandi quantitativi per usarle nella loro guerra contro l'esercito", ha detto una fonte, sostenendo che arsenali segreti in Libia contengono ancora armi chimiche come "l'iprite e il gas nervino Sarin". Ufficialmente la Libia è divenuta priva di armi chimiche a far data dall'annuncio del 4 febbraio dell'anno scorso, al termine di un processo di smantellamento iniziato nel 2004 quando il paese - all'epoca sotto il regime di Muammar Gheddafi - aderì alla Convenzione sulle armi chimiche (Cac). In quell'anno la Libia possedeva 24,7 tonnellate di iprite e più di 3.500 bombe chimiche. Eppure ci sono fonti "locali" le quali sostengono che un gruppo armato di guardia ad una fabbrica chimica situata nel distretto di Jufra, circa 600 chilometri a sud-est di Tripoli, abbia trasferito sconosciute quantità di "iprite" a Misurata, bastione delle milizie islamiche che appoggiano il Parlamento rivoluzionario di Tripoli (Gnc) in antitesi a quello legittimo costretto a riunirsi a Tobruk. Un video, in effetti, "sembra mostrare miliziani che conducono test con armi chimiche in una regione montagnosa vicino alla città di Mizda, circa 160 chilometri a sud di Tripoli. Si vede sparare un proiettile, che sprigiona fiamme seguite da una nube di denso fumo bianco che copre un'ampia area". Le armi chimiche nelle mani dell'Isis allarma quindi la comunità internazionale. |