Turchia: Il governo adotta misure repressive e blocca i social media dopo l’assassinio di un giudice |
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Lunedì 06 Aprile 2015 13:36 |
La Turchia, squassata da vicende interne ed esterne i cui sviluppi sono tutti da studiare e approfondire, in vista del possibile ingresso nell’UE da alcuni auspicato, si trova ora di fronte all’agghiacciante progetto dell’Isis dei tagliagole integralisti neri alle sue frontiere mediorientali e dei guerriglieri rossi all’interno del suo territorio, che hanno “giustiziato” un giudice nella capitale. La reazione del potere costituito non si è fatta attendere, ma oltre alle operazioni di polizia
contro 'brigatisti' del Dhkp-C, anche altre azioni sono state poste in essere: dopo che Twitter, Facebook e YouTube avevano pubblicato le foto del pubblico ministero Mehmet Selim Kiraz, preso in ostaggio martedì scorso da due 'brigatisti' e poi ucciso nell'assalto delle teste di cuoio turche, non è tardata la decisione delle autorità che hanno bloccato l'accesso in Turchia ai tre social media. Hanno ricevuto l'ordine scritto dal pubblico ministero di bloccare l'accesso ai siti anche se il processo è ancora in corso. Gli altri provider, TTNET, Turkcell, Superonline, Avea, dovrebbero presto ricevere analogo ordine. Il documento delle autorità contiene anche l'ordine di bloccare 166 siti web che hanno pubblicato le foto controverse del magistrato preso in ostaggio. Oltre ai social media, il documento contiene anche link specifici agli articoli pubblicati dai giornali turchi. Ad oggi, è la misura più estesa mai adottata dalle autorità turche nei confronti dei social media. Lo scorso anno, le autorità di Ankara vietarono l'uso di Twitter e YouTube il 20 marzo e il 27 marzo, poco prima delle elezioni del 30. |