Gli esperti del Cerm (Competitività Regolazione Mercati), che già in passato hanno condotto delle ricerche commissionate dal Ministero del Welfare, tra cui una sulla qualità delle prestazioni ed efficienza della spesa che colloca le Marche in seconda posizione, hanno realizzato uno studio, connesso all’introduzione del federalismo fiscale e dei costi standard, in cui hanno preso in esame il rispetto, da parte delle Regioni, della programmazione delle risorse dedicate alla sanità. Dallo studio è emerso
che le Marche sono l’unica Regione con i conti in equilibrio che non solo ha rispettato la programmazione delle risorse ma, addirittura, avrebbe potuto spendere di più di quanto stanziato a programma per il 2009, dimostrando così il più elevato livello di efficienza in Italia. Lo studio del Cerm ipotizza quale possa essere la spesa sanitaria complessiva di ogni singola Regione se, nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), fossero adottati i livelli di efficienza di un pool di cinque Regioni (tutte a statuto ordinario) caratterizzate dall’equilibrio di bilancio e da un ottimo livello di erogazione delle prestazioni sanitarie. L’obiettivo è contribuire a costruire un’agile strumento di benchmarking interregionale ai fini dell’applicazione del federalismo fiscale e dei costi standard, il cui scopo finale è quello di migliorare i livelli di efficienza delle Regioni, consentendo un miglior utilizzo delle risorse, sempre più limitate rispetto all’andamento della spesa. Analizzando i livelli di spesa di tutte le Regioni confrontati con lo standard delle cinque di riferimento (Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria e Veneto), si rileva che 13 Regioni/Province Autonome hanno livelli di efficienza inferiori rispetto allo standard, con un maggior consumo di risorse, pari a quasi 4,8 miliardi di euro. Le Marche, al contrario, sono l’unica Regione, in equilibrio di bilancio, a ottenere una performance migliore rispetto allo standard, essendo ipoteticamente creditrice, nei confronti dello Stato, qualora fossero adottati i criteri di questo studio, di 94,90 milioni di € (il +3,3% rispetto al finanziamento del 2009). Il finanziamento del 2010, rispetto al trend di spesa previsto in 80-90 milioni di euro, assegna alle Marche un incremento di risorse di circa 20 milioni, insufficienti rispetto alle performance standardizzate sull’efficienza delle cinque Regioni di riferimento. Ciò dimostra che le azioni messe in atto, a livello regionale, sono dovute alle disposizioni varate dal Governo con il Patto per la Salute 2010-2012 ed alla manovra finanziaria approvata dal Parlamento. “Mentre il Governo taglia pesantemente anche sulle risorse per la sanità – commenta l’assessore regionale alla Sanità, Almerino Mezzolani – la Regione ha fatto e sta facendo fronte a questa mannaia con una manovra strutturale che salvaguarda i servizi. Lo studio del Cerm, che rappresenta una prima vera ‘simulazione’ dell’applicazione del federalismo e dei costi standard, evidenzia come le Marche siano la Regione più virtuosa in Italia per spesa e qualità dei servizi”. “Le cinque Regioni ‘standard’ – rileva il direttore del Servizio Salute della Regione, Carmine Ruta - hanno rispettato la programmazione delle risorse dedicate alla sanità, ricevendo risorse pari al proprio fabbisogno, mentre tutte le altre Regioni avrebbero potuto fornire i LEA con minori risorse di quante ne hanno spese, ricevendo trasferimenti superiori al proprio fabbisogno. Le Marche, al contrario, avrebbero dovuto ricevere più fondi dallo Stato, per l’esattezza 94,9 milioni in più. Se i finanziamenti fossero stati coerenti con l’andamento degli anni precedenti la Regione non avrebbe dovuto adottare nessun piano di rientro, ma avrebbe potuto procedere nella riorganizzazione secondo le linee di indirizzo del PSR 2007-2009 e riconfermate nel PSR 2010-2012, adottato dalla Giunta regionale”.
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