Del profilo facebook di Simone Campomaggi ci segnalano: "Sono passati 11 anni, ma sembra passato un secolo, e di quella quercia non è rimasto neanche un ramoscello. Con la lettera che segue, che nel fine settimana ho spedito a chi di dovere, ho rassegnato le mie dimissioni da ogni incarico nel #PD. "Nel 2004, assieme ad un gruppo di compagni decidemmo che era ora di impegnarci in prima persona per cambiare il futuro di Ostra Vetere e dell'Italia tutta. Così, con l'aiuto del coordinatore di zona e del segretario provinciale della Sinistra Giovanile riaprimmo la locale sezione dei Ds. Furono anni difficili, le difficoltà economiche non mancavano, e l'ambiente ad Ostra Vetere non era certo
favorevole. Ma si facevano battaglie in cui credevamo fermamente e le soddisfazioni non mancavano, da 0 a 45 iscritti in poco tempo, organizzavamo convegni, cineforum, raccolte di firme e soprattutto il concerto "Musica allo stato libero", per festeggiare in piazza, assieme a tanti giovani, la liberazione. Dopo pochi anni nasce il PD a cui ho aderito da subito , pur avendo votato contro lo scioglimento dei DS. Nonostante alcune remore ritenevo che nel progetto del PD ci fossero comunque molti elementi positivi, ed i primi anni me lo hanno anche confermato. Negli anni, ho "perso" molti compagni di viaggio, che via via che il PD si spostava a destra uscivano silenziosamente dalla vita politica. Poi sono arrivati i congressi del 2013, e mi è stato chiesto di guidare il mio circolo. Sapevo già che Renzi sarebbe divenuto segretario nazionale, e che alcune sue idee non le condividevo, ma ho accettato ugualmente per non mandare all'aria il lavoro fatto dal gruppo e soprattutto da chi, guidando prima di me i circoli PD-DS-Margherita si era impegnato tanto per il nostro paese. Certamente a quei tempi mai avrei pensato di trovarmi così tanto in disaccordo come lo sono oggi con la linea del mio Partito. Le soddisfazioni al livello locale anche negli ultimi anni sono state tante. Prima su tutte l'implosione della vecchia amministrazione grazie alle campagne di sensibilizzazione che noi ed altri abbiamo portato avanti, e poi la riconquista del comune e l'elezione a sindaco di Memè, con uno storico 78% a cui il PD locale nel suo piccolo, ha contribuito, soprattutto riuscendo a far si che il centrosinistra si presentasse unito, cosa che era tutt'altro che scontata alla vigilia. In questi anni, come molti che fanno politica per pura passione, al partito ho dedicato tempo e denaro, e l'unico ritorno sono state le soddisfazioni di veder eleggere persone che portano avanti le idee in cui credo. Purtroppo, negli ultimi due anni, a livello nazionale le soddisfazioni sono state veramente poche, mentre le volte che ci siamo dovuti "turare il naso" sono state davvero troppe. La lista sarebbe lunghissima, dai 101 traditori di Prodi e Bersani "all'asfaltatura" di chi è in disaccordo con la linea del segretario a tantissimi altri fatti che non sto qui ad elencare. Ma ci sono principalmente tre questioni fondamentali che mi impediscono di continuare a legare il mio nome al PD. L'abolizione dell'art 18 e di altre norme a tutala dei lavoratori conquistate dai nostri padri con anni di lotte sindacali concretizzatesi con la legge 300 del 1970. Ma anche il sistematico disprezzo dei lavoratori nella loro più alta forma di organizzazione, i sindacati. La riforma della legge elettorale. Si era promesso in campagna elettorale che nessun parlamentare sarebbe più stato nominato, e ci troviamo una legge per la quale il 60/70% dei parlamentari sarà nuovamente nominato da 4-5 segretari di partito. La riforma della costituzione, conquistata con il sangue dei nostri nonni e stravolta, abolendo di fatto ogni contrappeso istituzionale. Riforma che ritengo inaccettabile nel merito. Ma che, anche se ne condividessi il testo, ritengo inammissibile il metodo e l'arroganza con cui questo parlamento, a colpi di maggioranza, tenta di riscrivere un terzo della nostra carta costituzionale, di fatto stravolgendola. Una famosa pubblicità di tanti anni fa recitava più o meno così: "il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?" Ora fare politica, un pò come bere un caffè, deve essere un piacere, altrimenti non c'è più ragione per farla. Non c'è più motivo di spenderci tempo e denaro. Per tutto quanto sopra, e perché il mio nome non possa più essere associato alle (contro)riforme di cui ho parlato, rassegno le mie dimissioni da coordinatore del circolo PD di Ostra Vetere e da ogni altro incarico. Lascio dopo lunga riflessione e con immenso dispiacere per le splendide persone che la politica in questi anni mi ha permesso di incontrare. E un dispiacere più grande mi viene al pensiero che quanto fatto in questi anni possa andare disperso. Certamente i compagni che restano nel PD da domani non diverranno i miei nemici, e sarò sempre pronto a sostenere di volta in volta le battaglie che condivido, ad ogni livello, ma per il momento sostenere QUESTO PD non è più un piacere per me. Un fraterno saluto. Simone Campomaggi" |