Dal Mondo: La Cina è proprio qui da noi, altro che solo vicina |
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Giovedì 13 Agosto 2015 15:09 |
Terza, consecutiva svalutazione, dello yuan cinese disposte a raffica dalle autorità monetarie di Pechino. La prima, di martedì 11 agosto del valore del 1,9%, era stata giustificata come “una tantum” straordinaria, ma il giorno dopo 12 agosto una seconda svalutazione ha fatto crollare i cambi di un altro 1,6%, giustificata come “assestamento” per niente incidente con il disegno di favorire l’export cinese alle spalle delle economie mondiali. Ma oggi siamo alla
terza in tre giorni, ancora una volta senza preavviso. La Banca centrale cinese ha ritoccato al ribasso di un altro 1,1% il cambio dello yuan rispetto al dollaro. E’ vero che le piazze europee hanno assorbito il colpo senza troppi scossoni, chiudendo tutte in rialzo. Ma le manovre di Pechino faranno calare il livello dei prezzi allontanando l'obiettivo dell'Eurotower di far risalire l'inflazione per favorire la ripresa. Le mosse della Cina mettono infatti i bastoni tra le ruote alla Banca centrale europea e al suo piano di acquisto di titoli di Stato mirato a far ripartire l’inflazione e la crescita dell’Eurozona. Lo yuan debole si ripercuote sul costo delle materie prime e delle merci importate in un calo del livello dei prezzi. Il contrario, rispetto all’obiettivo di Mario Draghi. A settembre, peraltro, la Fed statunitense si appresta ad alzare i tassi di interesse, visto che l’economia Usa è ormai ripartita. Ma l’insieme di questi fattori mette a repentaglio la fragile ripresa dell’Eurozona. Ufficialmente l’obiettivo della più imponente svalutazione della moneta nazionale degli ultimi 20 anni, ha spiegato il vice governatore della Pboci (Banca della Repubblica Popolare di Cina) Yi Gang, “è quello di lasciare che sia il mercato a decidere il tasso di cambio della valuta cinese. E la Pboc si asterrà da interventi regolari sul mercato dei cambi”, che verranno mantenuti a un livello “più o meno stabile” e “ragionevole”. Chiacchiere. Come tre successive svalutazioni senza preavviso ampiamente dimostrano. E speriamo che si fermino qui. Ma il tenore delle dichiarazioni ultrarassicuranti, prima di nuove stangate, ci ricordano tanto una prassi politica nostrana, fatta di annunci e numeri, regolarmente smentiti: davvero, la Cina è proprio qui da noi, altro che solo vicina. |