Europa: In Grecia le chiacchiere stanno a zero |
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Giovedì 13 Agosto 2015 15:13 |
Definitivamente tramontate le chiacchiere referendarie greche. Niente più velleitarismi sinistrorsi ad Atene. L’ideologia cede il passo all’economia, che pesa sulla testa delle bislacche idee greche come un macigno e il governo di sinistra si adegua. Non può fare altro. Una sgrugnata ai sogni di rivoluzione sociale, niente più sol dell’avvenire. Tsipras ingoia il rospo imposto dalla “Troika”, i creditori sono più forti di ogni ribellismo spendaccione: chi ha fatto debiti deve pagarli. La festa delle vanità è finita,
gli amici (anzi, i compagni) se ne vanno. Ma non è stata magnifica serata. A tirare le orecchie ai discoli greci è stata una burrascosa telefonata della cancelliera tedesca Merkel, che ha molti più attributi degli economisti ellenici da strapazzo. O la Grecia piega la testa, o salta. Prendere o lasciare. E così Tsipras ha portato in discussione al Parlamento di Atene una raffica di aumenti fiscali. Nella manovra in discussione, che probabilmente verrà approvata domani, sono previste misure che toccano molti settori dell'economia greca. Gli agricoltori dovranno mettere in conto l'aumento delle tasse sui carburanti agricoli (in tre scaglioni, da 66 euro per 1000 litri a 200 e poi a 330), la tassa sul reddito da versare in anticipo (andrà dal 27,5% al 55%) mentre quella complessiva sul reddito passerà dal 13% al 20% nel 2016 e al 26% nel 2017. Gli istituti per l'istruzione privata (a cui i greci fanno ricorso per ovviare alle mancanze dei pubblici) dall'esenzione totale passeranno al 23%. Entro il 2016 saranno abolite le esenzioni per le isole e anche il settore della marina mercantile sarà oggetto di nuovi aumenti delle tasse: la tassa sul tonnellaggio aumenterà del 4% all'anno tra il 2016 e il 2020, mentre un contributo speciale da parte dei vettori cargo stranieri resterà in vigore fino al 2019. Sul tavolo dell'Eurogruppo di domani c'è, per la Grecia, sia la possibilità di dare il via libera al salvataggio Esm e sia l'opzione di un nuovo prestito ponte: decida pure la Grecia, ma con il cappio al collo. Ha fatto il referendum sfidando l’economia e ora paga le conseguenze di uno schiaffo politico boomerang. In Grecia le chiacchiere stanno a zero. |