Regione: Le Marche chiedono nuovamente al Ministero la proroga del fermo pesca al 15 settembre |
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Sabato 28 Agosto 2010 00:00 |
La Regione ha rinnovato la richiesta di prolungare fino al 15 settembre il fermo pesca nelle Marche. L’assessore alle Attività Ittiche, Sara Giannini, ha inviato una lettera al ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Giancarlo Galan, sollecitando l’emanazione del provvedimento, auspicato – si legge nell’istanza – dalla larghissima maggioranza dei rappresentanti delle imprese e cooperative di pesca. La lettera segue quella del Ministero, pervenuta lo scorso 9 agosto, con la quale
lo stesso Ministro, pur non entrando nel merito della decisione adottata, chiariva che la dotazione finanziaria prevista dal FEP per i fermi temporanei fosse esaurita e quindi non sarebbe stato possibile concedere ulteriori aiuti alle imprese di pesca. Di conseguenza l’assessore Giannini ha sentito tutte le associazioni di categoria marchigiane, che hanno riconfermato la richiesta di estensione obbligatoria del fermo fino al 15 settembre (tranne che una parte della marineria di San Benedetto). Le associazioni (Agci – Agrital Marche – Confcooperative Marche – Federcoopesca Marche – Coordinamento regionale Marche di Federpesca – Legapesca Marche – Impresapesca Coldiretti Marche – Impresapesca sezione Marche - Associazione marinerie d’Italia e d’Europa) sono favorevoli al prolungamento anche rinunciando agli incentivi previsti dal Ministero e validi sino al 30 agosto. Chiedono comunque l’applicazione della cassa integrazione e di tutte le misure tecniche già previste nel Decreto ministeriale del 23 giugno. Al Ministero viene sollecitato l’adozione del provvedimento per garantire “una maggiore disponibilità di risorse ittiche per i mesi futuri”. Commentando la richiesta, l’assessore Giannini ha ribadito che “nelle Marche sussistono le condizioni ottimali per avviare un laboratorio innovativo e di idee pratiche capace di superare il tradizionale modello di fermo pesca. Con la collaborazione delle associazioni e degli operatori del settore, è possibile individuare aree e tempi di riproduzione delle specie autoctone attraverso seri e condivisi piani di gestione. Nei prossimi mesi la Regione avvierà il confronto per giungere a una gestione condivisa del patrimonio ittico”. |