Arezzo: Il tesoro svenduto di Banca Etruria |
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Domenica 27 Dicembre 2015 16:22 |
Ci sarebbe un nuovo capitolo nell’inchiesta sul dissesto di Banca Etruria. I magistrati vogliono fare luce su palazzi svenduti e poi ricomprati o affittati a prezzi altissimi. Iniziative che avrebbero contribuito a svuotare le casse della banca. Secondo gli ispettori di Bankitalia, nell’ottobre del 2013 “viene conclusa un’operazione da 29 milioni di euro con la quale Etruria delibera la riacquisizione degli immobili di Firenze dove sono ubicate la Direzione generale
e le filiali 1 e 2 della “controllata” Banca Federico Del Vecchio a cui detti cespiti sono stati concessi in leasing immobiliare”. La relazione di Bankitalia sulla terza ispezione effettuata tra il 14 novembre 2014 e il 27 febbraio 2015 denuncia “la mancata messa a reddito di tutte le porzioni di Palazzo della Fonte, recentemente ristrutturato. L’immobile è stato invece concesso in comodato d’uso gratuito trentennale alla “Fondazione Ivan Bruschi”, di cui Banca Etruria è amministratore unico dal 22 gennaio 1997 - prevedendo anche l’accollo di tutte le spese ordinarie e straordinarie”. Gli inquirenti dovranno anche fare luce su possibili finte consulenze e, subito dopo le feste, potrebbero esserci nuovi indagati nelle 2 inchieste: quello di Arezzo sulla situazione patrimoniale e quello di Civitavecchia sulla vendita delle obbligazioni ai piccoli risparmiatori. Sotto la lente della finanza gli incarichi esterni affidati a professionisti che potrebbero essere stati una sorta di prestanome di chi governava l’istituto di credito. Al magistrato è stata consegnata l’analisi del “Servizio Program e cost management” compilata a gennaio scorso sulle consulenze assegnate nel 2014 “in particolare quella strategica affidata alla società “Bain” per un milione e centomila euro e quella per il supporto delle attività commerciali e culturali della Direzione generale concessa alla “mosaico” per 235 mila euro”. |