Austria: Vienna laboratorio d’Europa |
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Martedì 24 Maggio 2016 15:48 |
Il vecchio professore ecologista Alexander Van der Bellen salva l’Austria dal fantasma del suo passato nero incarnato dal giovane tecnico aeronautico Norbert Hofer 46enne dal sorriso perennemente stampato sul volto. Esito paradossale: un uomo fuori dal sistema salva il sistema, unendo i voti dei due partiti tradizionali di destra e sinistra, usciti battuti nel primo turno elettorale. Il clamoroso voto austriaco non
rimarrà senza conseguenze. L’elezione a presidente della Repubblica austriaca di un verde, van der Bellen, per una manciata di voti sull’ultranazionalista Hofer marca una cesura politica a Vienna. In vista delle prossime elezioni regionali, ma anche delle politiche del 2018, bisognerà fare i conti con un partito di destra ormai in testa ai sondaggi e che potrebbe addirittura entrare nel prossimo governo austriaco. Un'eventualità cui si stanno preparando non solo i popolari della ÖVP, ma anche i socialdemocratici della SPÖ. Due partiti sonoramente sconfitti ed esclusi dalla corsa al vertice. Oggi nel cuore dell’Europa c’è un Paese spaccato in due sul tema più drammatico: gli stranieri, i migranti, i rapporti con gli altro. Perché? Le 90 mila richieste di asilo registrate nell’ultimo anno, pari all’1 per cento della intera popolazione, sono state un evento drammatico per il Paese. Certo, il Paese ha rappresentato in questo turno una sorta di laboratorio estremo di quanto sta avvenendo nella politica europea. Ma è anche stata una sconfitta storica per la sinistra e le élites politiche tradizionali, a malapena mascherata dall’angusto risultato di Van der Bellen. Si apre una stagione decisiva nella storia dell’Unione europea. E chissà che Vienna non diventi una sorta di laboratorio politico per l’Europa. |