Anche Corrado Pontalti "Prua", nato nel 1923, figlio del postino di Povo, se ne è andato. Nei suoi 93 anni di vita ha lasciato al Trentino un segno forte di presenza modesta ma vivace e impegnata: dall'Azione Cattolica alla lotta contro il fascismo, dalla Resistenza al volontariato. Sette sacerdoti e un nutrito gruppo di autorità politiche e sportive, locali e nazionali, hanno onorato con la loro presenza quest'ultimo addio nella chiesa di Povo, lunedì 30 maggio scorso.
Per la preoccupazione che i troppi interventi disturbassero il rito, hanno potuto esprimere il proprio pensiero solo un sacerdote all'altare e un laico alla tomba. "Corrado - ha detto don Grasselli prima di commentare i brani biblici - è stato un giovane, che dentro l'evolversi drammatico delle situazioni, ha creduto alla voce della coscienza e al richiamo dei segni dei tempi: sulle vie del mondo come marinaio, sulla via dei monti come combattente per la libertà, pedinato dalle dittature di turno. È stato un uomo maturo, che ha saputo ritagliare nella sua vita ampi spazi per il volontariato, specialmente sportivo, affinché non vada perso quanto si era conquistato con il sangue; perché se il nostro ordinamento è fondato sul lavoro, lo è anche sul tempo libero, che armonizza le relazioni, favorisce la socializzazione e dà buona qualità alla vita. Fu anche un nonnino saggio, che si trovava bene tra i giovani, per scoprire, assieme a loro, da che parte stava il bene e il male, qui, oggi. Con i giovani era felice e li rendeva felici. Non era un grande teologo, però aveva capito che c'è una legge suprema che va al di là delle leggi umane: aiutare i più deboli, affinché siano liberi e possano camminare nella storia a testa alta". Alla tomba Sandro Schmidt, presidente dell'Anpi - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, l'associazione dei resistenti di ieri e di oggi -, ha commentato una lettera degli studenti che hanno avuto Corrado come maestro di vita; poi ha intonato un flebile ma sincero "Bella ciao", forse per dire, in modo laico: "Arrivederci, Prua".
da ANPC Nazionale
Aggiungiamo un commento sulla località di Povo in Trentino. Povo è, dal 1926 una delle frazioni della città di Trento. Comune autonomo fino al 1926, è stato soppresso dal regime fascista, nell'ambito del progetto denominato "La grande Trento". A novant'anni di distanza, replica ancora altrove il mito della "grandezza fascista" o, cambiati i tempi, del nuovo mito della "grandezza sfascista" per opera di una riedizione nazional-socialista di chi progetta ancora come nuove le vecchie "deforme" a sopprimere ancora una volta la libertà comunale, che già novant'anni fa provocava risposte ribelli negli animi liberi e forti di coloro che amano il proprio paese e non lo tradiscono. |