Ostra Vetere: Influssi ravennati, bolognesi, pesaresi e toscani confluiti nell’abbazia di Santa Maria di Piazza |
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Venerdì 24 Settembre 2010 00:00 |
Tante le sorprese a leggere il ponderoso volume del giovane ingegnere Francesco Fiorani sulla storia e sulla architettura dell’abbazia di Santa Maria di Piazza. Sorprese impensate, poiché la storiografia finora nota era stata avara di indicazioni e di documentazione. Non così il grosso volume redatto dopo anni di ricerca su fonti inedite e documenti inesplorati, da parte dell’ingegnere Fiorani, che hanno condotto a scoprire una storia impensata. Erano stati i benedettini di Sitria, alle falde del Monte Catria, a fondarla nel Trecento, dopo aver posseduto per secoli altre chiese monastiche nel territorio. Poi era stato un monaco toscano a reggere le sorti dell’abbazia all’epoca della secolarizzazione, a fine Quattrocento. E proprio a lui si deve la committenza di una importante pala d’altare, per la quale andò ad Ancona a commissionarla a un altro fiorentino, un pittore che realizzò una pala lignea a tre ante. Questa rimase
nell’abbazia fino alla quarta ricostruzione all’inizio del Novecento, quando venne ceduta a Urbino. E poi tante altre notizie in un volume importante, di oltre 620 pagine, che vale la pena di leggere. Il volume è in distribuzione presso la Libreria Editrice Barchiesi, via Gramsci 8 – 60010 Ostra (AN) tel 071-68201 email
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Daniela Crocetti |