Roma: L’ultimo saluto dell'ANPC a Gianluigi Rondi |
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Martedì 27 Settembre 2016 16:01 |
L'Anpc ha partecipato con il suo medagliere, la Vicepresidente Cristina Olini ed il Consigliere Prinzi alla cerimonia dei funerali di Gianluigi Rondi. Ancora commossi, vogliamo ricordarlo con un pezzo scritto dal nostro Vicepresidente Angelo Sferrazza e qualche foto dell'ultimo saluto. Gianluigi Rondi un partigiano riservato. Gianluigi Rondi è stato partigiano? Molti l’hanno scoperto nel giugno scorso quando gli è stata conferita la “Medaglia della Liberazione”. Il grande critico che aveva iniziato il “lavoro” nel 1945 è stato al centro della storia del nostro
cinema. Quando il cinema era una cosa seria e rispecchiava situazioni sociali (il neorealismo), cambiamenti culturali e modi vita. Quel cinema che esplose subito dopo la fine della guerra, quando si respirava aria di libertà. Cancellato finalmente quel cinema di regime, quello dei “telefoni bianchi”, arma micidiale nelle mani del fascismo, che ne aveva compreso l’importanza e la capacità, assieme alla radio, di arrivare alla gente in modo rapido e diretto. I gerarchi la facevano da padroni e la “Mostra del cinema di Venezia” la sfarzosa e un po’ ridicola vetrina. Nemmeno nel periodo della cupa RSI il cinema fu trascurato. Un pezzo di Cinecittà si trasferì in laguna. A guerra finita il cinema iniziò rapidissimo un processo di trasformazione diventando anche luogo di conflitti politici. La “sinistra” e i cattolici si contesero questa arena politica, con notevole impegno! Opposizione di sinistra contro il governo, con Andreotti, massimo “regista” e che ne aveva afferrato l’importanza, con nessun entusiasmo di De Gasperi preso da ben altri problemi. Si racconta che De Gasperi addirittura chiamasse ancora il cinema “la lanterna magica”! Rondi si fece le ossa in quel periodo e seguì una linea coerente con le sua mai nascosta scelta cattolica. E fu in prima linea, senza tentennamenti, esposto a duri attacchi. Fu definito uomo di ”destra”, idea rafforzata dal fatto di scrivere nel quotidiano di Angiolillo, “Il Tempo”, giornale che certo non nascondeva la sua posizione politica, non tenero con la sinistra e molto vicino a quegli ambienti romani dove il neofascismo era ben accetto. La biografia di Rondi è conosciuta così come il suo ruolo. Severo nel giudizio, ascoltato e coerente. E lo fu nel suo convinto ricordo della Resistenza”. Diceva di “aver servito la causa della Liberazione”, considerandola il momento più alto della sua vita. Si rammaricava quando lo accusavano di essere di destra, lui che aveva militato nel ”Movimento dei cattolici per il Comunismo”. Diceva anche che ”la vita partigiana è una cosa seria da non usarla come ombrello”. Cosa che fece, quando altri saltabeccavano da un partito all’altro. Fu Dc dichiarato e si iscrisse al Pd. Il cinema e la cultura italiana devono molto a Gian Luigi Rondi. Anche l’ANPC. Angelo Sferrazza.
da ANPC Nazionale |