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Home Gazzetta dj Comunicati Senigallia: Il terremoto del 1930
Senigallia: Il terremoto del 1930 PDF Stampa E-mail
Mercoledì 24 Maggio 2017 17:28

Senigallia Il terremoto del 1930Dal Circolo di Iniziativa Culturale - Palazzo Mastai - Senigallia. Torna la "Bacheca di Sestante", con l'allegato che segue. Per l'ANGOLO DELLA MEMORIA il 'nostro' sempre bravo Gianluca Quaglia propone 10 scatti inediti del Terremo del 1930, accompagnati dalle opportune informazioni. Si tratta di un tuffo nel passato che parla efficacemente. Un cordiale saluto Franco Porcelli. V. Allegato: "Per la bacheca di “Sestante”. Nell’angolo della  memoria Gianluca Quaglia ricorda IL TERREMOTO DEL 1930. Il 30 ottobre 1930, alle ore 8:13, una violenta scossa di terremoto colpì Senigallia. Preceduta da un forte boato,  durato 15”, molti abitanti allarmati si riversarono all’aperto, riducendo così le vittime. Tuttavia si registrarono 11 morti e 275 feriti (di cui 37 gravi), 318 case crollarono ed altre 2.000 furono lesionate gravemente. Gli edifici nella zona a  mare, oltre la linea ferroviaria, rimasero indenni (forse perché costruite sulla sabbia). Parte della popolazione venne ricoverata nelle diverse colonie marine, in alberghi e ville. Le scuole secondarie e le sedi degli uffici comunali, di P.S. e delle Poste vennero trasferiti al Grand Hotel Bagni. Le scuole elementari presso la Colonia dei Ferrovieri in via Podesti. Baracche in legno ed in muratura venero realizzate in più parti della città. Piazza Saffi e corso II Giugno, incrocio via Marchetti, Via Gherardi da corso II Giugno (sullo sfondo la Porta Ancona) (sullo sfondo la Chiesa della Croce). Ponte e corso II Giugno da via Ercolani, Via Pisacane da via Ercolani, Viale Leopardi (sullo sfondo l’edificio di Largo Puccini), Largo Boito, Via Cattaro da via XX Settembre, Ponte di viale Leopardi dallo stradone Misa (a destra la Chiesa della Pace), (in fondo a sinistra la Chiesa del Porto), (sullo sfondo la Chiesa del Portone). Queste foto rendono bene l’idea di com’era ridotta Senigallia. Antonio Perillo, fotografo e cartolaio, stampò su cartoncino parecchie cartoline celebrative mentre poche su carta fotografica  ad uso postale: scelse l’estetica anziché i dettagli. I fotografi Leopoldo Leopoldi e Giovanni Cingolani, al contrario, utilizzarono solo quella fotografica. Le  descrizioni dei luoghi, eccetto nelle celebrative, erano fatte incidendo il testo sul negativo. Le fotografie di Leopoldi e di Italo de Luca (fotografo e cartolaio), tuttavia, erano utilizzate innanzitutto per pratiche amministrative, rendendo rare quelle viaggiate per posta. La firma, anche se non presente su tutte, era praticata da Leopoldi (tramite incisione) e da Cingolani (ovale a secco). Scorci inconsueti, invece, venero realizzati da fotografi dilettanti per essere conservati in album privati. Usciti da questo ambito, invece di finire nella spazzatura, sono approdati nel circuito del collezionismo. Sono gli scatti qui proposti, scelti tra i 15 realizzati. Stampati su carta fotografica (cm 5x3), in ognuna compaiono fratello e sorella in luoghi diversi della città. Sul retro la data dello scatto, il 15  novembre 1930. A destra i due protagonisti ritratti nel 1929 davanti alla loro casa in via Podesti, angolo via Bassi".

da Circolo di Iniziativa Culturale

 

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