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Home Gazzetta dj Comunicati Ancona: L’onorevole PD Piergiorgio Carrescia commenta il voto di domenica scorsa
Ancona: L’onorevole PD Piergiorgio Carrescia commenta il voto di domenica scorsa PDF Stampa E-mail
Domenica 18 Giugno 2017 16:32

Ancona L onorevole PD Piergiorgio Carrescia commenta il voto di domenica scorsaIl voto di domenica per il rinnovo di molti Consigli Comunali merita un’attenta analisi per evitare di enfatizzare vittorie o di drammatizzare sconfitte. In questi giorni in tanti hanno commentato l’esito del voto; anch’io provo ad offrire alcune riflessioni. In sintesi: il PD sostanzialmente ha tenuto ma ha subito perdite verso l’astensione o comunque non ha intercettato il voto in uscita dal M5S che si è disperso verso il centrodestra o il non voto; il centro destra è l’area che ha guadagnato maggiormente in questo primo turno; il M5S è il grande sconfitto di questa tornata. Il dato più eclatante, appunto la netta sconfitta dei grillini, ha la causa in un’ inadeguata classe politica dove governa (vedi Roma), uno scarso radicamento dei candidati sui territori, le divisioni interne del Movimento, la mancanza di democrazia (“uno vale uno” è un ricordo; ci sono due, Grillo e Casaleggio, che valgono per tutti….) che molti elettori ormai avvertono, l’essere la convergenza del mondo della protesta e del “no” a tutto quando chi vota è invece alla ricerca di qualcuno che sappia dare fare proposte e dare prospettive. Complessivamente c’è stato un parziale ribaltamento delle gerarchie tra centrodestra e centrosinistra e, in alcune Città Capoluogo, è emersa una minore fedeltà dell’elettorato del centrosinistra rispetto a quello del centrodestra che ha avuto però il vantaggio di partire dai minimi storici delle precedenti amministrative. Altro dato, evidente anche nelle Marche, è che i sindaci che si sono ripresentati con Liste Civiche senza simboli di Partito hanno ottenuto buone performances e talora (vedi Jesi o Tolentino) anche con grande consenso avendo saputo intercettare quell’elettorato non fidelizzato con i movimenti politici, fluttuante, che vota in modo molto pragmatico. Da notare che in gran parte delle città i candidati sindaco vanno al ballottaggio del 25 giugno con percentuali inferiori al 40%, riprova che l’elettorato continua ad essere frammentato e che forse è presto per parlare di ritorno al bipolarismo. Un dato preoccupante è l’alta percentuale degli astensionisti, quasi la metà degli elettori non è andato a votare. Venendo alle Marche il risultato, per il centrosinistra, è meno positivo che a livello nazionale; per il PD un altro motivo di riflessione dopo il referendum e dopo le scarsa partecipazione alle primarie. Il mondo del “Mulino bianco” che ama descrivere il segretario regionale Comi è solo in TV… Si è perso di brutto a Jesi e Tolentino, la città di Comi, nonostante una ritrovata unità nel PD e buone candidature a sindaco. A Osvaldo Pirani e a Gianni Corvatta va detto solo grazie per l’impegno che hanno messo, per essere riusciti a mostrare il volto, almeno in questa fase, di un partito che sa ascoltare e proporre e ad essere unito. Si è perso (ma era prevedibile) a Offagna dopo il Commissariamento per il default dovuto ad una causa giudiziaria; c’è stata divisione a Civitanova con due liste di centrosinistra ma dove il sindaco uscente va comunque al ballottaggio seppure da inseguitore; è andata male a Pedaso nonostante il buon lavoro dell’Amministrazione uscente; molto meglio è andata a Corridonia, a Porto San Giorgio e a Sant’Elpidio a mare dove viene premiata la buona amministrazione e la continuità. Abbastanza bene a Fabriano dove pure a fronte della tenuta del M5S, Giovanni Balducci, il candidato sindaco del PD e del centrosinistra ha un buon margine per il ballottaggio. Una lezione che si può trarre è che le dinamiche delle amministrative sono diverse da quelle delle politiche o delle regionali, che non c’è “l’ineludibile crescita grillina”, che l’elettorato è sempre più fluido, che i fattori locali pesano, che il PD ha assorbito la fuoriuscita a sinistra e che non deve disperdere quel patrimonio di candidati, molti dei quali giovani, che si sono avvicinati in questa occasione alla politica attiva. A maggior ragione sarebbe auspicabile il rinnovo degli Organi di Partito, dai Circoli al Regionale, sia per far entrare forze nuove sia per ricollegare il partito ad una realtà politicamente diversa da quella di cinque anni fa; occorre, non a parole o solo con i Convegni o i Seminari, una maggiore presenza sui problemi concreti, una maggiore capacità di coinvolgimento e di proposta. Non possiamo continuare con i tradizionali Gruppi tematici che producono bei documento che spesso finiscono nel cassetto: servono modalità di presenza calate nel mondo reale, finalizzate a risolvere problemi, a dare risposte alle esigenze, ad interpretarle per offrire poi soluzioni agli amministratori. A chi profetizzava la dissoluzione del PD in queste amministrative “per portare il conto a Renzi” è andata male; ormai il Congresso è finito, l’ampia convergenza sul Segretario nazionale è dato acquisito. Dobbiamo guardare avanti con fiducia e i segnali di ripresa economica e occupazionale devono essere un impulso per riprendere con orgoglio e capacità la strada del riformismo che è la strada della concretezza. Insomma, dobbiamo essere più concreti per essere più credibili!

 

da on. PD Piergiorgio Carrescia

 

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