La testimonianza di due cari amici: Bartolo Ciccardini e Gioavnni Bianchi di Massimo Cortese. Bartolo Ciccardini e Giovanni Bianchi, oltre a presentare dei tratti comuni, conservano un elemento apparentemente bizzarro, che forse bizzarro non è per nulla: la Staffetta. Mi spiego. Entrambi intellettuali ed eccellenti educatori, sono stati due importanti politici, ma in spazi
temporali ben distinti. Bartolo è stato in Parlamento dal 1968 al 1992, anche se la sua attività politica ha inizio nel secondo Dopoguerra, quando ha ricoperto incarichi importantissimi nella Democrazia Cristiana, sempre legati al campo della comunicazione. Dopo la tragedia di Mani Pulite, Bartolo cessa di essere un deputato e, per ironia della sorte, la fase più delicata del cattolicesimo politico italiano, quella che va dalla conclusione dell’esperienza politica della Democrazia Cristiana alla nascita del Partito Popolare, che poi trasmigrerà nella Margherita, si affida allo spessore di Giovanni Bianchi, che appunto sarà parlamentare dal 1994 al 2005.Se per oltre quarant’anni la DC ha ricoperto il ruolo di Partito- Stato, al punto che il solo ricordo della Balena Bianca suscita ancora tanta nostalgia per un tempo che non ritornerà più, il periodo della sofferenza dei cattolici democratici non sarà meno importante. In entrambi i casi, Ciccardini e Bianchi hanno offerto il meglio delle loro persone, spendendosi generosamente sia in parlamento, sia nella società civile. Bartolo Ciccardini di Cerreto d’Esi. Bartolo Ciccardini nasce in un piccolo comune marchigiano, Cerreto d’Esi, a due passi da Matelica, dove viveva un altro personaggio mitico del nostro dopoguerra, quell’Enrico Mattei, la cui figura è fondamentale per comprendere lo sviluppo industriale del nostro Paese. Bartolo si occuperà proprio di Comunicazione all’Eni di Enrico Mattei, partigiano cattolico, che in questa sua veste fondò l’Associazione Partigiani Cristiani che, come vedremo, accomunerà entrambi. Ma facciamo un passo indietro: fin dai tempi della tesi di laurea sulla formazione dei Partiti Politici dopo l’Unità d’Italia, il germe della politica avrà per il giovane Bartolo, che aveva conosciuto nell’adolescenza la privazione delle libertà del Ventennio, il sapore dell’amore a prima vista. Tanto amore non poteva non tradursi nel legame definitivo con la politica che lo porterà a stabilirsi a Roma, dove, giovanissimo, frequenta casa Portoghesi e conosce i professorini della Comunità del Porcellino, quali Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Lazzati. Benchè eletto Deputato dal 1968 al 1992, pur avendo ricoperto incarichi governativi, Bartolo non smetterà di agire da militante, come testimonia la campagna referendaria sull’elezione diretta dei sindaci, che condivide con Giovanni. Giovanni Bianchi di Sesto San Giovanni. Questi nasce invece a Sesto San Giovanni, “la Stalingrado d’Italia”, dove l’attività politica di un cattolico conosceva la difficoltà di avere a che fare con una realtà operaia e comunque problematica. D’altra parte, il clima cambia negli Anni Novanta, e la crisi del sistema dei partiti porta con sé le conseguenze di un cambiamento epocale. Giovanni Bianchi crede nella politica con la P maiuscola, ed anche se si trova ad operare in una situazione obiettivamente difficile, non si tira indietro ed accetta la candidatura nel Partito Popolare, erede naturale della Democrazia Cristiana. Ciccardini e Bianchi nella società civile e nell’eredità del Codice di Camaldoli. Poi, una volta dismesse le rispettive carriere politiche, Ciccardini e Bianchi non spariranno dalla circolazione, e continueranno a credere e ad operare nella società civile, con la direzione della rivista online Camaldoli, rispondendo agli inviti delle varie Associazioni. In questo senso, la rete è veramente piena di video contenenti gli interventi di Giovanni Bianchi, segno questo di una vivacità infinita, grande come il suo cuore. Anche sul versante della cultura, Giovanni e Bartolo sono stati due intellettuali di spessore, come è testimoniato dall’infinità di scritti, saggi, racconti, poesie, per non parlare poi della partecipazione alle riviste. Testimoni del cattolicesimo democratico. Insomma, Ciccardini e Bianchi sono stati due grandi testimoni del loro tempo, figli di quel cattolicesimo democratico e di quell’interesse per il bene comune, che nella società odierna rappresenta una merce rara. Nell’ANPC e nelle Acli. Nel concludere, va detto che Bartolo e Giovanni hanno un altro denominatore comune, vale a dire l’amoreper i valori nati dalla Resistenza, che trova la sua naturale collocazione per i due esponenti del mondo cattolico, nella comune appartenenza all’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, fondata da Enrico Mattei. All’A.N.P.C. Ciccardini e Bianchi saranno Segretario e Presidente, ma questa volta giocheranno entrambi da titolari. Moriranno entrambi nel palcoscenico: Bartolo sarà colto da malore fatale nel corso di una pizza con gli amici, ai quali stava presentando alcune sue iniziative, mentre Giovanni, che pure era a conoscenza di un male incurabile, stava preparando una relazione da esporre in Toscana ad un’Associazione di cattolici lombardi. Negli ultimi anni Giovanni aveva avuto anche la scomparsa della figlia Sara, giornalista del Sole 24 Ore. Bartolo Ciccardini e Giovanni Bianchi, di cui ho cercato di delineare qualche tratto, sono state due persone importanti per la Storia di questo Paese e dell’Associazionismo Cattolico in particolare. Per fortuna, hanno lasciato tante di quelle testimonianze, tanti di quei sassolini che, messi insieme, ci offriranno, se non proprio una strada, almeno un sentiero sicuro che ci sarà d’aiuto per meglio comprendere la realtà odierna. Un ricordo bellissimo di cui ringraziamo Massimo Cortese pubblicato su: http://www.fanocitta.it/cultura/680-ricordo-di-giovanni-bianchi.html
da ANPC Nazionale |