Milano: Convegno sulla Resistenza al Liceo delle Scienze Umane del Preziosissimo Sangue |
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Sabato 21 Aprile 2018 16:35 |
Il 28 marzo scorso il Liceo delle Scienze Umane Preziosissimo Sangue di Milano ci ha invitati a parlare dell’impegno delle donne nella resistenza.Il salone comprendeva 130 ragazzi molto attenti che hanno seguito con interesse i vari interventi. Con noi erano presenti un rappresentante del MASCI, Emanuele Locatelli, che ha portato la testimonianza delle Aquile Randagie. Molto interessante la storia degli Scout che si sono ribellati al fascismo, ad una realtà che nessuno vedeva e che era condivisa da una nazione intera, fin dal 1928 e che è
culminata dopo l’8 settembre 1943. Racconta come ad Argenta (FE) Don Giovanni Minzoni, cappellano della 1^ guerra mondiale entrato in contatto con i giovani in divisa e dice che lo scautismo non ha nessun tipo di colore politico e fa proseliti. Verrà ammazzato perché il regime fascista vedeva lo scautismo in contrapposizione all’inquadramento fascista. L’onore degli scout era verso gli altri – il fascismo invece per dominare il prossimo. E quando nel 1928 lo scoutismo viene bandito dall’Italia, mentre nella cripta dell’Arcivescovado di Milano vengono deposte le fiamme degli scout, l’insegna di un gruppo è riunita nella cripta della Chiesa del S. Sepolcro, si ribella e fonda la resistenza degli scout che durerà ben 17 anni. E’intervenuto poi Libero Traversa, un partigiano di 88 anni che ha portato la sua testimonianza. Famiglia antifascista, nato in pieno fascismo, il padre gli diede il nome Libero proprio per speranza nel futuro. Un fratello morì durante la ritirata di Russia, un altro era a Cefalonia quando venne l’8 settembre 1943 e riuscì a salvarsi. Con altri compagni si rifiutò di consegnare le armi e riparò in Grecia, fino alla sua liberazione. Una sorella partecipò alla resistenza nelle fabbriche e lui non poteva essere da meno. Studiava all’Istituto Cattaneo di Milano ed entrò in contatto con 5 giovani di Giustizia e Libertà, molto presente nell’ambiente studentesco. Prese il nome di battaglia di Aiace, e partecipò attivamente all’insurrezione di Milano, avvenuta da parte della popolazione milanese. Ricorda come allora a 15 anni si era già uomini e quindi se catturati, fucilati come gli adulti. Ho evidenziato l’importante ruolo delle donne, sia nelle fabbriche, dove sostituivamo gli uomini al fronte, sia nei circoli letterari e nelle campagne. Il ruolo svolto nella rivendicazione dei diritti civili e sindacali, ancor prima del 25 luglio 1943 e la destituzione di Mussolini. Come per prime riconoscevano i caduti ed aiutavano i parenti delle vittime, con amore materno. Il loro impegno nell’aiutare chiunque fosse in difficoltà, lottando per riconquistare la libertà e la giustizia del proprio paese ricoprendo funzioni di primaria importanza. Non potevo dimenticare il ruolo delle staffette partigiane ed il pensiero è subito corso alla nostra Tina Anselmi con il nome di battaglia “Gabriella”; che amava dire “la democrazia ha bisogno di normalità” e come si raccomandasse alle nipoti di fare la guardia perché le conquiste non sono mai definitive. Figura limpida, primo ministro donna. Forte, ostinata e timida, rivendicava il ruolo delle donne in politica e diceva “Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica d’inclusione, di rispetto, di pace”. Possiamo dire che il ruolo delle donne è stato determinante durante il periodo della resistenza e nel periodo di ricostruzione dell’Italia e ricordare ogni anno quello che è successo è doveroso per non dover dire “non mi sono accorta”. Non dobbiamo dimenticarci che per poter vivere il presente e andare verso il futuro, deve essere ben chiaro il passato da cui proveniamo. Luisa Ghidini - Comotti.
da ANPC Nazionale |