Dall’Italia: ANPC Nazionale celebra il 76° della Liberazione 25 aprile 1945-2021 |
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Domenica 25 Aprile 2021 14:26 |
Celebrare la #Liberazione non è compiere un rito, per quanto solenne e commovente, o rievocare un passato lontano e distante dai problemi che attanagliano tutti noi oggi. E’ rendere doveroso omaggio verso coloro che si batterono per la libertà ed allo stesso tempo riflettere sui valori fondanti della nostra Repubblica, quelli dei diritti individuali e collettivi, del ripudio della guerra e della ricerca della pace tra i popoli, quelli della tutela delle minoranze e del rispetto della diversità. Tali valori e principi si svilupparono proprio dalla lotta contro il nazifascismo che unì insieme tanti cittadini di diverso orientamento politico ma partecipi di un grande moto popolare che nasceva dal rifiuto della dittatura. E’ oggi più che mai necessario che la #memoria dei tragici eventi delle guerra e di tutti coloro che con il loro sacrificio hanno contribuito a costruire un Paese libero e democratico siano un monito per le giovani generazioni, per far loro conoscere il valore della #democrazia e contrastare quella perdita di consapevolezza della nostra storia recente che in Italia, come in altri Paesi europei
ed extraeuropei, favorisce il riaffiorare di forme di odio ed intolleranza. Ricordiamo che dopo un ventennio di regimi dittatoriali nazifascisti, i popoli da oppressi, dove non c’era libertà di parola, di pensiero e di espressione, sono tornati ad essere un popolo di donne e uomini liberi. Il 25 aprile è stato un miracolo di libertà. Quella preziosa libertà che non si conquista una volta per sempre, perché ogni giorno va difesa e poi riconquistata sempre a livelli più alti. La #Resistenza non fu solo il combattimento di allora contro il nemico invasore e il tracotante mercenario fascista, è stata la ribellione contro coloro che avevano cancellato ogni tessuto di rappresentanza popolare e di partecipazione umana, politica e sociale, perché avevano nel contempo distrutto ogni struttura democratica. Resistenti erano gli operai che scioperavano nonostante le minacce della deportazione, nei campi di sterminio nazisti, erano le contadine che rischiavano la distruzione delle cascine e della loro vita, per nascondere un partigiano ferito, un alleato disperso, un ebreo. Resistenza era scegliere la vita randagia nei boschi pur di non aderire ai bandi di chiamata alle armi della cosiddetta Repubblica Sociale. La resa avvenuta a Caserta nella Reggia dei Borbone dove era stato insediato il Quartier Generale Alleato fu l’atto formale e conclusivo della capitolazione che sancì la fine della Campagna d’Italia e la definitiva sconfitta delle forze nazifasciste nella penisola durante la seconda guerra mondiale. L’atto conclusivo prende il nome di: strumento di resa delle forze armate tedesche e delle altre forze poste sotto il controllo del Comando Tedesco. Fu firmato il 29 aprile 1945 alla presenza di ufficiali delegati del Regno Unito, degli Stati Uniti, dell’Unione Sovietica e dei rappresentanti Germanici. Questo atto ufficiale prevedeva la resa incondizionata che doveva diventare operativa dal 2 maggio. Onorare la Resistenza, vuol dire anche rendere merito ai combattenti per la libertà. Dalla Resistenza è nato anche quel nostro vangelo laico che Pietro Calamandrei definiva “Un testamento di centomila morti” che si chiama, #Costituzione. La Resistenza ha permesso al popolo italiano di riscoprire la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalle guerre, dalla fame e dalle sofferenze, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. Concludo con un monito di Primo Levi: Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre. Grazie a mia madre Flora e a tutte le donne che hanno reso possibile il 25 aprile! Aladino Lombardi - Storico e Consigliere Nazionale Anpc.
da ANPC Nazionale |