Creazione di imprese nei comuni marchigiani extra Aree di crisi, Aguzzi: “Superati i riparti per province. La Regione finanzia progetti di qualità, affidabili e sostenibili”. Progetti di qualità, affidabili e sostenibili, finanziati superando i tradizionali riparti per province. Sono le linee guida che hanno ispirato, nei primi otto mesi di legislatura, l’emanazione e attuazione di alcuni avvisi regionali di sostegno alla creazione di impresa: non solo i tre vincolati alle aree di crisi industriale (Fermano-Maceratese, ex A. Merloni, Piceno), ma soprattutto quello operativo su tutti gli altri comuni marchigiani non ricadenti nelle aree di crisi e in quelli dove sono previsti gli Iti
(gli investimenti territoriali integrati nell’ambito della Strategia urbana e nelle aree interne), volutamente slegato dalla tradizionale ripartizione delle risorse su base provinciale. Complessivamente, con i quattro avvisi, sono stati investiti oltre 9,2 milioni di euro, raccogliendo al momento più di 878 adesioni: parte delle domande sono finanziate, altre lo saranno con le eventuali economie, per altre richieste non sono ancora scaduti i tempi di presentazione. Lo riferisce l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi, che interviene per controbattere ricorrenti affermazioni ispirate da “nostalgie del passato”, legate al parametro territoriale. “La scelta di superare questa impostazione nasce proprio dalla volontà di escludere disparità tra territori e di mettere tutti i comuni extra aree di crisi sullo stesso piano. In linea con l’Avviso regionale del 2019, che aveva già superato il riparto provinciale, lasciamo che il tiraggio delle risorse avvenga sulla base dell’effettiva qualità, affidabilità e sostenibilità dei progetti, a prescindere dal comune di residenza del disoccupato”. Una logica, questa sì, perequativa, alla luce del fatto che, nelle Marche, mentre due province (Fermo e Ascoli Piceno) sono integralmente coperte dalle procedure riservate alle aree di crisi, le altre tre (Pesaro e Urbino, Ancona, Macerata) ricadono solo in parte nell’area di crisi della Merloni. I dati scaturiti da una recente analisi, condotta dall’Osservatorio del Mercato del lavoro, confermano “non solo la validità di questa politica attiva, in risposta al fabbisogno dei disoccupati che vogliono intraprendere una nuova attività, ma anche in termini di occupazione aggiuntiva, con livelli di sopravvivenza elevata della stessa superiore ai tre anni vincolanti, previsti dal bando”, riferisce Aguzzi. L’avviso per la creazione di impresa, valido per tutti i comuni marchigiani extra aree di crisi, Iti urbani e Snai, ha una dotazione di 2,9 milioni di euro: 270 mila per quelli dell’Alto Maceratese (Snai), oltre 1 milione per gli Iti urbani (Ascoli Piceno, Ancona, Macerata, Fano-Pesaro), 1.6 milioni per i comuni fuori aree di crisi. Sui comuni extra aree di crisi l’avviso ha prodotto 518 domande ammissibili a valutazione: 71 ammesse al finanziamento, 231 valutate idonee ma non ammissibili per esaurimento delle risorse, le altre non hanno raggiunto la soglia minima di punteggio per essere finanziate. “Ritengo che tutte le iniziative, finora intraprese, siano estremamente utili e mettano in evidenza la voglia di ripresa economica che c’è nella nostra regione – conclude l’assessore Aguzzi - Non potevamo sapere in anticipo quante domande sarebbero arrivate ai nostri uffici e, quindi, non potevamo immaginare quante non sarebbero state finanziate per esaurimento delle risorse: per questo motivo, mi sto già impegnando, in Giunta, per trovare altri fondi per poter rifinanziare i bandi”.
da Regione Marche |