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Home Gazzetta dj Comunicati Dall’Italia: Davigo indagato a Brescia e per Palamara chiesto rinvio a giudizio per corruzione
Dall’Italia: Davigo indagato a Brescia e per Palamara chiesto rinvio a giudizio per corruzione PDF Stampa E-mail
Sabato 17 Luglio 2021 17:56

Dall’Italia: Davigo indagato a Brescia e per Palamara chiesto rinvio a giudizio per corruzioneEsplode il verminaio giudiziario, come alcuni giornati ormai definiscono la tremenda vicenda che vede precipitare la credibilità della magistratura, mai prima d'ora nell'occhio del ciclone come negli ultimi tempi. L’ex consigliere del CSM, Consiglio Superiore della Magistratura, Piercamillo Davigo, ex pubblico ministero del pool Mani Pulite, è indagato a Brescia per rivelazione del segreto d’ufficio. A Davigo nell’aprile 2020 il pubblico ministero Paolo Storari consegnò verbali segreti che da dicembre 2019 a gennaio 2020 il plurindagato Piero Amara, ex avvocato esterno dell’Eni, aveva reso su un’asserita associazione massonica segreta, denominata “Ungheria”, e condizionante magistrati e alti burocrati dello Stato: controverse dichiarazioni che per Storari andavano chiarite rapidamente, anziché relegate “in un limbo di immobilismo investigativo dai vertici della Procura”. Nell’ambito di questa inchiesta erano stati interrogati, come persone informate sui fatti, il vicepresidente del CSM, il parlamentare PD David Ermini, altri 7 componenti del Consiglio superiore (i laici Fulvio Gigliotti e Stefano Cavanna e i togati Giuseppe Cascini, Giuseppe Marra, Ilaria Pepe, Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita) e il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra. Nella stessa inchiesta è già indagato proprio Storari. Una vicenda a dir poco nebulosa. Ancora più inquietante la vicenda giudiziaria a Perugia: nell'udienza preliminare, l'arringa di Raffaele Cantone, con i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano, ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex magistrato romano Luca Palamara accusato di corruzione per i suoi rapporti con l'imprenditore Fabrizio Centofanti. La richiesta di rinvio a giudizio ha riguardato Palamara e Adele Attisani mentre Centofanti ha chiesto di poter patteggiare un anno e mezzo di reclusione. Secondo la Procura di Perugia il quadro delle intercettazioni conferma le dichiarazioni spontanee rese da Centofanti, che ha ammesso i suoi rapporti con Palamara: quest'ultimo ha ricevuto dall'imprenditore il pagamento di viaggi, soggiorni e lavori presso l'abitazione di Attisani (considerata "l'istigatrice delle condotte delittuose") in relazione al suo ruolo nel CSM, Consiglio Superiore della Magistratura. Per i magistrati umbri la quantità di utilità ricevute dall'ex magistrato, i tempi e le modalità di ricezione evidenziano "che Palamara aveva messo a disposizione del lobbista Centofanti le sue funzioni". E per questo i giornali sottotitolano il "verminaio giudiziario".

 

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