Dall’Afghanistan: La Sharia, base del diritto nel mondo islamico |
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Martedì 17 Agosto 2021 17:05 |
Il rivolgimento politico avvenuto in Afghanistan a seguito della conquista del potere da parte dei talebani e della disordinata fuga degli americani dal paese mediorientale impone una riflessione sulla nuova concezione di Stato (in realtà vecchia) imposta dalla nuova situazione politica, dominata da una concezione estremizzata e oltranzista della prescrizione coranica, la "sharia". La legge islamica vede uomini e donne
come uguali agli occhi di Allah, ma i diritti e gli obblighi (in particolare quelli economici) loro conferiti non sono identici, con evidenti discriminazioni del genere femminile, ad esempio, in fatti di eredità e libertà personali, limitate dal tutore maschile quando si tratta, ad esempio, di viaggiare all'estero. La Sharia, nell'ambito della quale i talebani si sono impegnati a rispettare a loro modo i diritti delle donne, è la legge sacra dell'islamismo, basata principalmente sul Corano, il libro che contiene le rivelazioni di Allah a Maometto, e sulla consuetudine o "sunna", che raccoglie norme di diverso tipo. Ci sono interpretazioni estreme della Sharia, come quelle invocate dai terroristi islamici per giustificare i loro attentati e sgozzamenti, e mantenere addirittura la lapidazione nella legislazione, ma anche la decapitazione, la mutilazione di arti (nel caso di furto che viene punito con il taglio della mano destra) e le frustrate a punire l'adulterio, il consumo di alcol e l'apostasia, ossia il cambio di religione: tutti comportamenti inammissibili per la Sharia. E i talebani promettono l'integrale reintroduzione della Sharia. |