La UE agli afgani sa dire solo: “Aiutiamoli a casa loro” |
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Mercoledì 01 Settembre 2021 17:16 |
Giunge alla fine la missione afghana, ma i ministri dell'Interno dell'Unione Europea decidono gli aiuti, "ma solo nelle regioni asiatiche". Cioè "aiutiamoli a casa loro". Niente altro dall'Europa, poichè non deve succedere come nel 2015. E Biden rivendica lo stop alla guerra più lunga e costosa per l'America. Ma il paradosso è ora registrare il dominio dei talebani padroni indisturbati a Kabul e armati completamente con materiale militare dei paesi Nati lasciato improvvidamente sul suolo
afghano. Le immagini trasmesse da Kabul mostrano squadre di talebani con facce tutt'altro che raccomandabili e armati fino ai denti con le armi lasciate sul posto dai paesi Nato e che a malapena sanno usare, vestiti con tute mimetiche e accessori che sono il lascito delle truppe Nato costrette a lasciare in fretta e furia l'Afghanistan. E l’Europa, subito mobilitata per organizzare il più imponente ponte aereo di sempre, ha raggiunto il suo unico vero accordo: gli afgani? Aiutiamoli certo, ma a casa loro. No ai corridoi umanitari, sì ad aiuti nei paesi confinanti, ma mai più un esodo come quello visto nel 2015 quando un milione di siriani si mise in marcia verso l’Europa con gli esiti che tutti conosciamo. G7, G20, stabilizzazione dell’area, tutto il pacchetto di buone intenzioni di cui si è parlato in questi giorni sembra all’improvviso congelato. Come minino in stallo. Unica speranza è un incontro bilaterale Macron-Draghi previsto per giovedì a Marsiglia, dopo che proprio Parigi si è vista bocciare dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la proposta di un'area protetta a Kabul, un territorio franco dove far transitare in sicurezza chi chiede di lasciare il paese e far arrivare gli aiuti prima di affidarli a scatola chiusa ai talebani. |