Dall’Italia: Certificato verde e diritto alla riservatezza, cosa c'è da sapere |
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Sabato 18 Settembre 2021 17:30 |
ll Certificato Verde che attesta l'avvenuta vaccinazione dei cittadini, obbligatorio in Italia dal 15 anche per il lavoro pubblico e privato, viola il diritto alla riservatezza? La questione è piuttosto delicata e si registrano opinioni contrastanti, sia tra gli esperti di diritto sia tra gli specialisti di informatica. Infatti, bisogna esaminare sia i profili tecnici per capire come viene svolto il trattamento dei dati, sia le norme giuridiche per valutare se esso è conforme alle leggi e ai principi costituzionali. In questi casi di assoluta novità, di solito, arrivano i giudici a dirimere i contrasti: con una nuovissima ordinanza cautelare, il Consiglio di Stato si è pronunciato proprio sul tema della possibile lesione del diritto alla riservatezza. Ebbene, i
giudici del CSM, il massimo organo della giustizia amministrativa e dunque dotato di elevata autorevolezza, hanno finalmente risposto alla domanda. La vicenda vedeva contrapposti alcuni ricorrenti contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, vari ministeri, tra cui quello della Salute e dell’Interno, e la stessa Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Il Consiglio di Stato, confermando la pronuncia del TAR Tribunale Amministrativo Regionale che si era già espresso sul punto ha affermato che la normativa sul Certificato Verde rispetta la normativa sul dititto alla riservatezza. I giudici non hanno ravvisato la sussistenza del “periculum in mora“, cioè un pregiudizio grave, imminente e irreparabile, che è il presupposto indispensabile per ottenere l’annullamento cautelare del provvedimento impugnato. Per il Consiglio di Stato "il rischio di compromissione della sicurezza nel trattamento dei dati sensibili connessi ... appare rivestire carattere meramente potenziale", il che significa che, in concreto, è stato ritenuto insussistente. |