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Home Gazzetta dj Comunicati Dall’Europa: Esercito europeo: necessario davanti a minaccia russa e abbandono usa
Dall’Europa: Esercito europeo: necessario davanti a minaccia russa e abbandono usa PDF Stampa E-mail
Domenica 19 Settembre 2021 17:03

Dall’Europa: Esercito europeo: necessario davanti a minaccia russa e abbandono usaUn esercito europeo appare necessario davanti alla minaccia russa e all'abbandono degli Stati Uniti. Tuttavia sembra essere un sogno impossibile con gli attuali politici europei, che a Bruxelles non sarebbero molto affidabili. Non sono riusciti a impedire la Brexit. Sono solo capaci di fare danni a noi italiani addirittura anche con la denominazione del vino prosecco. E sullo scenario internazionale contano davvero poco. Ne è ultima prova la nuova alleanza stretta fra americani, australiani e inglesi senza nemmeno una parola agli europei. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen sembra la meno qualificata a parlare di forze armate e di esercito europeo. Era ministro della Difesa in Germania. I militari hanno chiesto al cancelliere Angela Merkel di levargliela di torno. Fortuna ha voluto che ci fosse disponibile la carica europea. Ma non è difficile immaginare con che stato d’animo i militari tedeschi accoglieranno le proposte di Ursula, che ha lasciato le forze armate ed esercito tedeschi in uno stato pietoso. Eppure una vera forza militare integrata sarebbe fondamentale per il futuro dell’Europa e il nostro presidente Mattarella ribadisce il concetto ogni giorno. Per di più gli americani, dovendo affrontare la Cina, un giorno potrebbero preferire una Russia forte a un’Unione inesistente. Potrebbero avere riguardi per il Cremlino e trovare un’intesa piuttosto che andare a morire per Tbilisi, Vilnius o Kiev d'Ucraina. L’Ucraina è la culla della Russia. A Kiev risiedevano i primi granduchi, lì i russi si covertirono al cristianesimo, quasi mille anni dopo Cristo, quando ancora i futuri russi di Mosca vivevano nei boschi come selvaggi. Per i russi di Mosca l’Ucraina è un pezzo "del cuore", più che naturale che Putin aspiri a riprendersela. Visto come si sono comportati gli Usa in Afghanistan. Dopo il vergognoso e umiliante abbandono dell’Afghanistan da parte degli americani, l’esercito europeo è diventato urgenza. Che gli americani avrebbero lasciato Kabul lo si sapeva da quasi due anni. Ma i politici europei hanno preferito la politica dello struzzo e hanno cominciato a agitarsi quando hanno visto i mitra dei talebani nelle strade di Kabul. La Nato è stata nel dopoguerra un decisivo rinforzo degli accordi di Yalta, il sostegno militare della nostra libertà. Al punto che i comunisti italiani, dopo avere chiesto per anni l’uscita dell’Italia, si resero conto che potevano essere comunisti (e ancora i loro discendenti lo sono) senza l'ingombrante sostegno di Mosca. Ma la Nato senza gli Usa è una etichetta senza contenuto. Non vive di vita autonoma, lo si è visto in Afghanistam. Nel nuovo scenario globale, la Nato non basta più, da sola, a proteggerci. Putin non è una farfalla come i nostri politicanti. La sua grande strategia è coerente con le linee guida di Caterina e di Stalin. Cosa accadrebbe se i russi decidessero di saldare i conti con i polacchi? Putin non dimentica certo il ruolo della Polonia cattolica e pontificia nella caduta dell’Urss. E poi c’è quel conto più grande di tutti, quello con la Germania: i rapporti sono complessi dai tempi di Carlo Magno e Alexander Nevsky, Hitler ci ha solo messo sopra un sovraccarico. Queste non sono fantasie di un dilettante di fantapolitica. Leggete cosa sta succedendo nei cieli di Taiwan. Da sempre i cinesi sognano di annettere quella super potenza industriale, popolata da gente etnicamente diversa dai maggioritari han. E sviluppatasi dopo la guerra mondiale sotto la tutela americana a sostegno dei militari cinesi anticomunisti di Chiang Kai-shek. Ebbene cosa ha fatto la Cina di Pechino dopo la calata di pantaloni americana in Afghanistan? Ha fatto volare i suoi jet nello spazio aereo taiwanese, violandolo per 15 volte in due settimane. Prove generali di annessione? Prodromi di guerra mondiale? Nel caso, che fine farebbe l’Europa, in mano a partiti pesantemente filo-cinesi e con la frontiera russa a contatto con gli ex satelliti Baltici, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania? I nomi cambiano, i simboli, i partiti cambiano, ma da che mondo è mondo gli uomini si comportano secondo gli stessi schemi. Cosa fece Hitler prima di attaccare la Polonia? Procedette come col carciofo, una foglia alla volta: Saar (la Ruhr era stata recuperata da tempo), Austria, Sudeti. Poi fu la volta della Polonia, previo patto con l’Urss, finalmente aggredita nel 1941. Cosa facevano gli Usa nel frattempo? Pensavano a proibire la vendita di alcolici, cercavano di lenire le ferite del crack del ’29, e dell’Europa in mano a Hitler non sapevano che farsene. Ci volle Pearl Harbour per farli uscire dal loro isolamento estremo. Rispetto a quegli anni, oggi l’Europa è un ricco mercato di 446 milioni di abitanti, i governi si appoggiano a maggioranze di partiti democratici, ciascuno dei quali tira però dalla parte degli interessi nazionali. La notizia dell’altro giorno, che “Nasce la difesa Ue: Seimila militari e comando unico a Bruxelles”, appare più un annuncio a fini giornlistici. Ma una difesa europea non può limitarsi a un esercito di terra. Ma un esercito europeo senza l’apporto inglese parte zoppo. Gli inglesi, che non si ritengono secondi nemmeno agli americani, e degli americani non si fidano. Eppure non c’è molto da scherzare. Il mondo è in rapida evoluzione, Putin ha costretto Trump e Biden a ridare le carte in Oriente. L’Oriente non è agli antipodi: ha inizio a Beirut. Fra Beirut e Taranto ci sono poco più di mille miglia, una settimana di navigazione a 6 nodi in barca a vela. In aereo sono 2 ore. Da Minsk, capitale di una Bielorussia del tutto dipendente da Mosca, a Trieste sono 1.700 km: un’ora di aereo. Via terra è tutta autostrada: un carro armato ci mette 48 ore. E' obiettivamente uno scenario inquietante.

 

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