Dal Mondo: I talebani: «Riprenderemo le amputazioni delle mani e le esecuzioni, servono alla sicurezza» |
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Venerdì 24 Settembre 2021 16:24 |
Il regime talebano in Aghanistan sta seriamente considerando di tornare alle forme estreme di punizione del passato come il taglio delle mani per i ladri e le esecuzioni capitali per i reati più gravi. Ancora non si parla di lapidazione per le donne adultere, però il tema è nell’aria. A dichiararlo è un pezzo grosso del vecchio Emirato che dominò a Kabul tra il 1996 e il 2001. Si tratta del mullah Nooruddin Turabi, ex ministro della Giustizia e del famigerato Ministero per la Protezione della Virtù e la Persecuzione del Vizio (appena riaperto al posto
di quello per i Diritti delle Donne) e attualmente responsabile del sistema carcerario. «Le amputazioni punitive sono necessarie per garantire la nostra sicurezza interna», ribadisce in alcune interviste ampiamente riprese dalla stampa internazionale e dai media afghani. Gli abitanti di Kabul hanno ancora la memoria delle lapidazioni di fronte alla folla nello stadio municipale e nel piazzale della grande moschea Ein Gah. Ma praticamente ogni città e villaggio del Paese aveva i luoghi preposti a quei macabri spettacoli, che spesso avvenivano dopo le funzioni nelle moschee ogni venerdì a metà giornata. Il Mullah Turabi ne era un convinto sostenitore. Lui stesso aveva perso un occhio e una gamba combattendo da giovane contro l’esercito sovietico. Negli ultimi giorni si è espresso a favore dell’umiliazione pubblica dei ladruncoli di strada. Le pattuglie talebane hanno la facoltà di picchiarli, tingere i loro volti di nero e mostrarli alla gente nei cassoni dei loro gipponi con le scarpe infilate in bocca. Turabi ribadisce adesso che sono scelte che vengono fatte esclusivamente dai dirigenti talebani. «Nessun altro ha il diritto di dettare quali saranno le nostre leggi», afferma, rifiutando le proteste delle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani.
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