Sui trasferimenti ai Comuni da parte della Regione Marche nel 2011 nel settore dei servizi sociali, troppe le voci circolanti che hanno alimentato la convinzione che alle promesse della Regione, in sede di approvazione di bilancio, non siano seguiti i fatti. Lo sostiene l’assessore regionale, Luca Marconi, che a questo proposito ritiene opportuno fornire alcuni chiarimenti. “Preciso innanzitutto – dichiara - che la gran parte dei fondi regionali destinati al sociale vanno ai Comuni”. “La Regione – continua - la sua parte l’ha fatta, conservando le vecchie cifre e in alcuni casi aumentandole con un impiego di risorse che, includendo il fondo per la non autosufficienza, che va a scomparire come fondo nazionale dal 2011, ammontano complessivamente a circa 21.000.000 di euro”. I dati per l’anno in corso lo confermano e per Marconi non possono essere oggetto né di
commenti né di speculazioni politiche strumentali: “Le cifre che seguono sono relative alle risorse proprie della Regione Marche e non ai trasferimenti statali per i quali a oggi non si hanno certezze neanche per quanto riguarda le poche risorse che il Governo nazionale aveva annunciato di trasferire”. Il capitolo più significativo è rappresentato dal Fondo Unico Politiche Sociale che passa da 9.109.000 a 10.000.000 euro; tutti gli interventi per la disabilita passano da 16.884.000 a 18.260.00 euro; per i minori fuori famiglia non accompagnati si passa da 2.941.000 a 5.340.000 euro; il contributo della Regione per gli asili nido e i servizi integrativi per l’infanzia sale da cinque milioni a sei milioni e duecentomila euro; il fondo anticrisi per le famiglie dei disoccupati è invariato a 1.450.000 euro; direttamente alle famiglie, per sostenere quelle più povere e numerose, per le donne sole in gravidanza con particolari difficoltà economiche e per le casalinghe, la spesa passa da 1.700.000 a 2.202.000 euro; agli ambiti sociali il trasferimento è di 2.500.000 euro, in calo di mezzo milione ma solamente per la parte relativa al pagamento dei coordinatori d’ambito; raddoppia il fondo per il contrasto alla povertà estrema da 100.000 a 200.000 euro e resta quasi invariato lo stanziamento per l’immigrazione da 428.000 a 450.000 euro mentre passa da 42.000 a 242.000 euro il fondo regionale per le politiche carcerarie. “Ho voluto – dice Marconi - far parlare le cifre, che ho già comunicato agli organismi di rappresentanza dei Comuni, a partire dagli ambiti territoriali sociali, perché non sorgano equivoci e non si giustifichino riduzioni di spesa nei bilanci comunali nel settore delle politiche sociali motivandoli con i tagli da parte della Regione”. “E’ evidente – conclude - che molti di questi stanziamenti vanno a coprire i buchi lasciati dallo Stato (minori fuori famiglia, fondo unico, asili nido, politiche carcerarie) e quindi la spesa finale resta quasi la stessa ma, in altri casi, come per la famiglia e la disabilità, si tratta di veri e propri aumenti decisi autonomamente dalla Regione che vuole privilegiare gli sforzi per il sociale”. |