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Vuote le zucche di Halloween PDF Stampa E-mail
Giovedì 29 Ottobre 2009 14:29
Vuote le zucche di HalloweenL'imminente festa cristiana di Ognissanti è ormai superata in popolarità dalla eterodossa festa di Halloween con l'immagine grottesca delle zucche (vuote) dipinte. E' appena uscita una interessante pubblicazione a carattere ironico e provocatorio "La faccia nascosta di Halloween (ed. Elledici) del critico francese Damien Le Guay, che significativamente sottotitola "Come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi!". In essa l'autore afferma che il risvegliarsi, in Europa, di una cultura caparbiamente laicista che rifiuta, forzando perfino la storia, di riconoscere le origini cristiane dei popoli europei, ha fatto sì che una festa di arcane origini paganeggianti, trasformata in una occasione consumistica e di vago sapore carnevalesco, abbia ormai sopraffatto l'originaria festa cristiana con essa coincidente temporalmente. Ciò che insospettisce l'autore è la totale indolenza e passività con cui la maggioranza della gente ha in pochi anni (l'inizio risale al 1995), dapprima timidamente tollerato, poi sempre più accettato tale sorpasso festaiolo, secondo la logica del "in fondo che c'è di male". Ma da dove viene in realtà Halloween? Il nome è un malcelato acronimo inglese di "Ognissanti" e si tratta di una arcaica e mitizzata tradizione celtica, veicolata da tradizioni irlandesi e americane, che univa il passaggio agricolo al nuovo anno con la festa religiosa-popolare del dio Samhain, divinità pagana che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre consentiva il passaggio di spiriti malefici dal mondo dei morti a quello dei vivi. In tale occasione gli antichi druidi, travestiti con teste di animali, compivano gesti propiziatori in cambio di offerte che, se rifiutate, ricambiavano con puntuali maledizioni. Per scacciare i medesimi spiriti, fuori dalle case venivano appese zucche e lampade. Chi pensasse, però, che si tratti di una rivalutazione tradizional-folcloristica di culture arcaiche minoritarie, verrà subito smentito dall'apprendere che, in realtà, Halloween fu il frutto di una autentica pianificazione commerciale su scala mondiale operata da una società (Cesar) nel 1992 che lanciò la festa con maschere (di cui era produttrice), teschi e costumi da strega; successivamente, grazie a una mirata pubblicità mass-mediatica e all'apporto di grosse multinazionali dello svago (da Disney a McDonalds), raggiunse la diffusione che conosciamo, diventando una sorta di "folklorizzazione religiosa". Il paradosso di Halloween e delle sue bizzarrie è, quindi, quello di essere nel contempo moderna nel modo di presentarsi e arcaica nelle idee per rappresentare il massimo della credulità in un mondo che ha smesso di credere in Dio. Nell'attuale cultura new age e rigorosamente a-confesionale, dove impera la logica della festa per la festa a prescindere dai contenuti da celebrare, si spiega il facile e veloce successo di Halloween, emblema e icona del vuoto, delle zucche e specialmente delle teste che in esse si perdono. Perfino l'apparentemente innocuo gioco infantile del "dolcetto o scherzetto" non è che la rappresentazione dei ruoli invertiti bambini-adulti, dove questi ultimi sono ricattati a dare dolcetti ai primi per cautelarsi contro la maledizione, sia pur scherzosa: e qui sta la differenza tra lo scambio gratificante e il dono estorto. Nell'ambito scolastico, poi, mentre la tendenza imperante è di evitare o ridurre al minimo ogni accenno a riferimenti religiosi, in particolare cristiani, si assiste invece per Halloween a una vera e propria adozione laica universalmente accettata, con tanto di lezioni di cultura anglosassone (?) e simili estrosità. Ma la differenza tra Halloween e Ognissanti è sostanziale, sia come contenuto sia come rappresentazione temporale. Per la prima, infatti, il tempo è ciclico e costituito da stagioni che ritornano uguali, mentre per la seconda, il tempo cristiano è lineare e caratterizzato dalla tensione tra nascita e parusìa di Cristo, sia pur nella ciclicità liturgica: la più nostrana e genuina tradizione popolare metteva giustamente in guardia: "scherza con i fanti...!".
 

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