Italia: Processo breve, la Camera approva tra le proteste. 314 voti contro 296 |
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Mercoledì 13 Aprile 2011 20:15 |
Tre settimane di dibattito, talvolta anche molto duro, alla Camera dei Deputati, ha prodotto infine la votazione, nonostante l'ostruzionismo delle opposizioni: la prescrizione breve è passata con 314 'si' e 296 'no'. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi esulta. L'opposizione protesta. Davanti a Montecitorio il popolo
viola e le vittime di alcuni grandi processi che si prescriveranno anzitempo fanno sentire la propria voce contro gli esponenti del governo, gridando tra l'altro a Umberto Bossi "Venduto! Venduto!" e parolacce alle donne del Pdl. Protesta anche l'Associazione nazionale magistrati che, con il suo presidente Luca Palamara, dice che si tratta di "una sconfitta per lo Stato", e che si "affossa definitivamente il processo". Il testo licenziato, di fatto, riduce i tempi della prescrizione per gli incensurati non ancora colpiti da una sentenza di primo grado. "Noi abbiamo dimostrato di essere compatti - commenta Berlusconi - loro no". E infatti, subito dopo, si apre la caccia ai 'Giuda' come li chiama il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. A coloro che approfittando dell'anonimato sono passati dall'altra parte. La differenza di voti tra i poli è quasi sempre di 16 voti, che aumentano a favore del centrodestra quando si passa al voto segreto (316 'no' contro 288 'si'). Fra le fila dell'opposizione le assenze si fanno sentire: tra le più evidenti, quelle di alcuni esponenti dell'Udc come Luca Volonté e Ricardo Merlo, assenti dall'inizio delle votazioni del testo. Ma anche tra i banchi di Fli, spesso mancano voti. Italo Bocchino e Chiara Moroni, ad esempio, arrivano in aula quasi solo per il voto finale. Ora il testo dovrà tornare al Senato. Ma per Casini "il provvedimento non reggerà alle successive verifiche istituzionali". Il Quirinale, infatti, starebbe seguendo con attenzione la vicenda, anche alla luce delle osservazioni fatte dal Consiglio superiore della magistratura. Di Pietro invece non ha dubbi: il testo è "palesemente incostituzionale". |