Dalle Marche: Alluvione, i carabinieri negli uffici della Regione per acquisire documenti utili alle indagini |
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Sabato 17 Settembre 2022 17:55 |
Le Valli del Misa e del Nevola nelle Marche hanno rivissuto l’incubo dell’alluvione del 2014. Ma da allora nulla è stato fatto per la sicurezza e prevenzione. Le vasche di laminazione ovvero di espansione, cioè bacini per accogliere le ondate di piena di fiumi o canali prima che invadano i centri abitati, pensate già negli anni ’80, non sono state mai realizzate. E i ponti con pile centrali di sostegno ostacolano il passaggio dell’acqua e influiscono sulle conseguenze di un evento difficile da prevedere. Ad aggravare la situazione, anche le mancate pulizie dei corsi
d’acqua. E proprio la mancata prevenzione potrebbe essere uno dei primi punti su cui fare verifiche da parte degli inquirenti. Così l'inchiesta per omicidio colposo e inondazione colposa è ancora a carico di ignoti, ma gli accertamenti sono stati affidati ai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale e dai carabinieri forestali, coordinati dalla Procura di Ancona. Sono infatti ormai 11 i morti accertati e ancora due i dispersi, tra cui un bambino di 8 anni. I Carabinieri hanno acquisito negli uffici della Regione Marche i documenti che saranno utili alle indagini aperte sulle eventualità responsabile di quanto avvenuto tra le province di Ancona e Pesaro nella notte del 15 settembre. I militari sono andati negli uffici della Protezione Civile per l’acquisizione di quanto serve a ricostruire gli eventi e verificare se si sino attuate tutte le procedure giuste. “Sì, so che ci sono stati gli uomini dell’Arma – conferma Stefano Aguzzi, assessore regionale della Protezione Civile – loro facciano il loro dovere, noi pensiamo a recuperare vittime e dispersi”. “Andrò nel Pesarese in giornata – aggiunge l’assessore – per vedere lo stato dei danni perché è la zona che ne ha subito di più. Fortunatamente lì non ci sono stati morti”. |