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Senigallia (AN): Dalla precedente alluvione del 2016 ben poca prevenzione è stata fatta PDF Stampa E-mail
Lunedì 19 Settembre 2022 19:07

Senigallia (AN): Dalla precedente alluvione del 2016 ben poca prevenzione è stata fattaIl progetto approvato dalla Regione Marche il 25 marzo 2016 con la delibera del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino regionale, firmata dall’allora governatore PD Luca Ceriscioli e dall’allora segretario generale dell’Autorità di Bacino, il geologo Marcello Principi, non ha avuto attuazione. Di interventi volti alla prevenzione e alla riduzione del rischio esondazioni se ne sono visti ben pochi, infatti. Eppure le cose da fare e la direzione da prendere erano già state messe nero su bianco nell’assetto di in progetto, nè l’eccezionale quantità d’acqua piovuta in poche ore giustifica, dopo tanti anni, la situazione venutasi a creare. I lavori per le vasche di espansione che avrebbero dovuto ridurre il volume delle possibili piene sono partiti solo lo scorso febbraio e sono solo i lavori previsti addirittura dagli anni ottanta. Delle altre vasche previste nel 2016, invece, non si è più saputo nulla. E a nulla è servito l'allarme lanciato dallo stesso Principi, intervenuto pubblicamente addirittura il 25 novembre 2021, ponendo seri dubbi sulle scelte della Regione: “Rischiamo di fare opere costosissime e di non avere benefici”. Ormai in pensione, in quell’occasione ha parlato da cittadino di fronte alla II commissione del Consiglio comunale di Senigallia, avvertendo che “la mitigazione delle piene, come riconosciuto a livello nazionale e internazionale, si fa a monte del bene che si vuole tutelare, e non a valle”. L’esatto contrario di quanto avvenuto fino ad oggi. “Se avessimo realizzato tutto quello che era previsto nell’assetto di progetto approvato nel 2016 il rischio si abbatteva di tanto“, dice oggi il geologo Principi. I fondi per la sola progettazione delle opere proposte dalla Regione nel 2016 arrivano appena nel 2020: 321 mila euro per progettare una decina di milioni di interventi legati alle priorità definite nel 2016. Come non bastasse, appena due mesi fa è stato arrestato un funzionario regionale perché sospettato di usare proprio gli appalti della manutenzione dei fiumi per ottenere favori: pieni di carburante, cene e una festa di laurea per la figlia, è l’ipotesi degli inquirenti. Così ad oggi è stato fatto poco di realmente utile. Sarà la magistratura a fornire responsabilità o colpe dei ritardi.

 

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