Italia: Dopo i nove sottosegretari, il presidente della Repubblica chiede una verifica parlamentare |
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Sabato 07 Maggio 2011 14:53 |
Dopo il recentissimo rimpasto di governo con la nomina di nove sottosegretari in più, il presidente della Repubblica chiede una verifica parlamentare. Una nota del Quirinale informa che il presidente della Repubblica "ha proceduto alla firma dei decreti di nomina" dei nuovi esponenti del governo, ma sottolinea che la "scelta rientra nella esclusiva responsabilità del Presidente del Consiglio", prendendo le distanze dalle nomine del premier. Il Capo dello Stato, prosegue la nota, "ha in pari tempo rilevato che
sono entrati a far parte del Governo esponenti di Gruppi parlamentari diversi rispetto alle componenti della coalizione che si è presentata alle elezioni politiche". Per questo, conclude il Colle, "spetta ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio valutare le modalità con le quali investire il Parlamento delle novità intervenute nella maggioranza che sostiene il Governo". Una dichiarazione che implicitamente richiede un nuovo passaggio alle Camere per rinnovare la fiducia all'esecutivo e ribadire che Napolitano non intende rinunciare alla sua prerogativa di garante del rapporto fra le due istituzioni. La replica della maggioranza di governo è immediata: "Numerosi voti di fiducia, a partire da quello della svolta del 14 dicembre, hanno chiarito il quadro politico, con ripetute verifiche nelle sedi parlamentari", scrivono i presidenti dei gruppi di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, e i 'vice', Gaetano Quagliariello e Massimo Corsaro, in una nota diffusa appena un'ora dopo i rilievi del Colle. Insomma, la risposta di Berlusconi è netta: un nuovo voto di fiducia non è assolutamente necessario. Berlusconi è furioso e solo l'intervento diplomatico di Gianni Letta evita un duro scontro istituzionale. Molti i motivi di irritazione nel Pdl: c'è chi sottolinea come solo tre fra i nove sottosegretari (Villari, Misiti e Cesario) siano stati eletti con l'opposizione. Altri ricordano che dopo il 14 dicembre c'era già stato l'ingresso di Saverio Romano, deputato dei Responsabili, nominato ministro dell'Agricoltura proprio da Napolitano lo scorso 23 marzo senza nulla eccepire. |