Italia: Tremonti. "Spiagge? Non me ne frega un tubo" |
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Sabato 14 Maggio 2011 09:38 |
Parlando a un convegno dell'Osservatorio Giovani-Editori a Bagnaia in provincia di Siena, il ministro dell'economia Giulio Tremonti avverte che la medicina del debito pubblico è finita. L'analisi del ministro parte dalla crisi globale iniziata quattro anni fa. «Tutto è radicalmente cambiato» e «i fattori della crisi sono ancora tutti in essere», quali la finanza derivata e il ricorso smodato all'indebitamento. «La medicina debiti pubblici adesso è finita», avverte il ministro. E ironizza sulle polemiche relative al decreto
sviluppo e all'allungamento del diritto di superficie sulle spiaggie a 90 anni, poi ridotti a 20. È «pittoresca» - dice - tutta «l'attenzione che è stata data alle spiagge, di cui, posso dirlo adesso, non me ne frega un tubo». Immediata la replica delle associazioni ambientaliste. «Il ministro Tremonti dice che delle spiagge 'non me ne frega un tubo' mentre invece dovrebbe». Lo Stato incassa, per le concessioni demaniali, appena 103 milioni di euro, mentre i gestori dichiarano incassi per 2 miliardi di euro mentre alcune stime attendibili ritengono che gli introiti reali siano addirittura 5 volte superiori. «Considerando 18 milioni di metri quadrati di spiagge in concessione - affermano ancora Fai e Wwf - lo Stato incassa 50 centesimi per metro quadro al mese. Introiti tutti a vantaggio dei privati e forse su questo il ministro Tremonti, che per la verità aveva tentato un aumento dei canoni di concessione, dovrebbe tornare ad occuparsene», vista l'altissima evasione fiscale degli stabilimenti balneari. Diversità di punti di vista. Ci rimane però un dubbio: è proprio necessario che i politici usino un frasario da bettola? In tempo di prima repubblica si davano un contegno un po' più dignitosa, seppure alcuni non facevano onore alla funzione. Oggi scema il contegno, e aumenta il disonore. Ma non è pari e patta.
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