Casine: La misera fine di un povero istrice |
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Sabato 28 Maggio 2011 16:54 |
Lungo l’Arceviese, sul rettifilo poco prima della frazione di Casine giaceva stamattina, sul ciglio della strada, un povero istrice morto. Travolto da qualche auto in transito e lì rimasto sotto il sole. Doveva essere un adulto di notevoli dimensioni, a giudicare dalla carcassa della povera bestia che dovrebbe essersi trascinato di traverso sull’asfalto dopo l’impatto, per andare a morire vicino alla campagna in cui aveva vissuto e prosperato. Peccato. L'istrice è un roditore di mole cospicua, il più grosso in Europa,
caratterizzato dall'avere corpo e coda ricoperti da aculei rigidi, erettili e di lunghezza variabile, e da robuste setole flessibili, particolarmente lunghe sul capo e sulle spalle tanto da formare delle vere e proprie creste. Per natura tranquillo, quando si sente minacciato drizza la criniera e gli aculei del dorso, facendo vibrare il sonaglio caudale: in questo movimento , a volte, alcuni aculei si possono staccare, alimentando la credenza popolare che gli istrici sparino gli aculei contro il nemico. È un animale molto schivo che ama i luoghi solitari boscosi e cespugliosi, dove a zone collinari si alternano campi coltivati, dense macchie e profonde forre. Come rifugio questi animali scavano tane proprie e con più di un accesso ben celato, dove la vegetazione è più intricata. Gli istrici si cibano di radici di vario tipo, di cortecce e di frutti caduti al suolo, sono notturni e di norma escono quando è buio; per questo hanno un udito e un olfatto molto sviluppati e una pessima vista, che al nostro è stata fatale. |