Raggiunto il quorum, come non succedeva ormai da molti anni, la vittoria dei sì è stata travolgente e ora si pone oggettivamente per il governo un problema serio: l'elettorato ha dato una indicazione forte e contraria alle scelte della maggioranza. La strada per Berlusconi si fa quindi tutta in salita. "E stato solo un segnale sulla politica energetica. Non certo un voto politico". Lo ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto commentando con i cronisti a Montecitorio il risultato referendario. Per Cicchitto dunque il superamento del quorum e il sì all'abrogazione di quattro norme non sono stati dei segnali al governo, ma prese di posizione su singoli contenuti referendari. I risultati del referendum "non possono essere ignorati da alcuna parte dello schieramento politico". Lo afferma l''Osservatore romano' che, sottolineando come tra gli elettori ci siano stati "molti cattolici che valutano sulla base della dottrina sociale della Chiesa", invita a non dare una "lettura troppo politicizzata del risultato referendario". "Mio nonna diceva che uno sberlone fa male ma a volte ti fa rinsavire, prendere coscienza e aprire gli occhi" così il ministro Maroni ha replicato a chi gli chiedeva se il ceffone ricevuto ieri con l'esito del referendum possa frenare il cammino delle riforme ."In alcune regioni italiane ha votato oltre il 70% - ha detto il capo dell'IdV Di Pietro - in una situazione del genere è chiaro che hanno votato anche gli elettori di centro destra e strumentalizzare questo voto sarebbe un'offesa nei loro confronti, perché hanno votato in merito al tema specifico del referendum e non in relazione a Berlusconi". Le dimissioni di Berlusconi "le chiediamo da un anno e mezzo", ma dopo il successo dei referendum "é arrivata con chiarezza la conferma che serve un altro passo, una svolta". Lo afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, sottolineando che "il governo è alla paralisi" e "il Pd è pronto alla sfida del voto".