Italia: La manovra finanziaria è legge in tempi record |
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Venerdì 15 Luglio 2011 18:11 |
E' legge in tempi record la manovra economica per il pareggio di bilancio nel 2014. Il decreto, concordato con l'Europa, corregge i conti pubblici per circa 48 miliardi e con il 60% derivato da nuovi tributi. A pagare il conto più salato saranno pensionati, sanità, ministeri, statali ed enti locali. Queste, in stretta sintesi, le misure del provvedimento approvato definitivamente dalla Camera in seconda lettura. E con la firma praticamente immediata del Capo
dello Stato, la manovra finanziaria è diventata legge a tempo davvero record. Una "straordinaria prova di coesione nazionale", ha sottolineato Giorgio Napolitano, un risultato "impensabile senza il deciso concorso delle forze di opposizione". Un clima che Silvio Berlusconi auspica possibile anche per le riforme "necessarie al Paese", ma che per le opposizioni sarà difficile ricreare, viste anche le dure critiche rivolte alla manovra e al premier. "Abbiamo due anni per fare le riforme", magari "in un clima politico simile a quello che abbiamo saputo far prevalere" sulla manovra, ha tuttavia detto il presidente del consiglio dei ministri Berlusconi lasciando l'aula della Camera. Riforme necessarie per "superare i problemi ereditati dal passato e che impediscono un andamento della nostra economia" ai livelli di altri Paesi europei.Ben diverso il parere delle opposizioni. Tutte hanno rivendicato il "senso di responsabilità" che le ha spinte a far passare rapidamente la manovra in Senato e alla Camera per cercare di bloccare la speculazione sui titoli di Stato, ma il loro giudizio sul provvedimento è assai negativo. Sia Casini (UdC), che Bersani (PD), che Di Pietro (IdV), hanno mosso le stesse critiche: la manovra colpisce solo i ceti medi, famiglie e lavoratori dipendenti, trascinando in picchiata i già stentati consumi interni. Tutti e tre hanno detto che andava semmai toccata la rendita e i grandi patrimoni, piuttosto che le detrazioni fiscali alle famiglie o imponendo i ticket. Anche i "liberal" del PdL hanno fatto sentire il proprio malumore. Antonio Martino ha sì votato la fiducia, ma non la manovra. E Isabella Bertolini ha chiesto al governo di "cambiare" fase e di avviare le riforme e le liberalizzazioni. Queste ultime bloccate l'altro ieri dai parlamentari-avvocati, bollati dalla Bertolini come "corporazioni che bloccano l'Italia". "Questa manovra - si è lamentato Giorgio Stracquadanio - non ha nemmeno tagliato la spesa pubblica, ma solo aumentato le entrate" cioé le tasse. L'incognità è la reazione dei mercati lunedì. Le opposizioni, con Bersani, Casini e Di Pietro hanno chiesto al governo di dimettersi, se sui titoli di Stato dovesse proseguire la tensione speculativa. La segreteria nazionale di Sinistra ecologia e Libertà critica attraverso un documento i contenuti della manovra definendola classista. |